Home Approfondimenti Pillole Domenicali, le ultime novità in libreria: “Il racconto delle armi”

Pillole Domenicali, le ultime novità in libreria: “Il racconto delle armi”

by Freelance

Di Guglielmo Brighi

Le armi hanno raccontato la società e l’uomo che le ha governate. Un rapporto facile e difficile allo stesso tempo. Ad Urbino dal 7 al 9 maggio 2019 si è tenuto il ciclo di conferenze ” Il Racconto delle Armi ” promosso dall’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dal Dipartimento di Studi Umanistici, dalla Galleria nazionale delle Marche. Il convegno urbinate ha dato vita ad un saggio storico pubblicato nell’aprile 2021 con lo stesso titolo.

Infatti “Il racconto delle armi” a cura di Tommaso di Carpegna Falconieri e Salvatore Ritrovato è un libro davvero interessante, risultato di una ricerca multidisciplinare dentro l’archeologia, la critica letteraria e quella cinefila.

Nel 1948, nel nostro paese, sono più di di 1.400 i bambini da uno a quattordici anni morti a causa dello scoppio di ordigni esplosivi.

Nella nostra nazione inizierà una campagna per il disarmo del giocattolo italiano e per la smilitarizzazione dell’immaginario infantile. Il 13 dicembre 1949 il deputato democristiano Raimondo Manzini rivolge una interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio, a quello dell’Interno, a quello di Grazia e Giustizia per conoscere, si legge testualmente dal libro, ……”quali provvedimenti intendessero adottare di fronte al dilagare di una letteratura per ragazzi ispirata alla sollecitazione di fantasie morbose e di pericolose deviazione morali…..”.

Iniziano ad essere attenzionati anche il cinema, la stampa a fumetti e tutto quello che può influenzare negativamente il minore.

L’influsso americano del dopoguerra è molto avvertito dagli italiani tanto da far riconvertire le nostre armi giocattolo in armi dal nome Pecos Bill, Ringo Colt, Kit Carson, Teddy Kid. E’ arrivato un altro mito con un’altra industria culturale.

L’industria culturale italiana inizia ad essere subalterna ai vincitori americani che furono in grado anche di “colonizzare” il nostro immaginario infantile.

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