Home In evidenza Pillole “amare” per la giustizia tra veleni, calunnie e faide

Pillole “amare” per la giustizia tra veleni, calunnie e faide

by Rosario Sorace

Si resta in attesa da decenni delle agognate riforme sulla giustizia penale, civile del Csm; tra l’altro, ormai indispensabili per ottenere i fondi dell’Unione Europea del Pnrr (Recovery Fund). In questo frangente storico è impossibile non notare la crisi profonda che continua a minare la credibilità della Giustizia dalle sue fondamenta.

Oggi, secondo un sondaggio abbastanza attendibile, un cittadino su due non ha più fiducia nel sistema giudiziario e a rendere sempre più opaco questo contesto negativo si staglia un’altra inopinata vicenda, ampiamente trattata e amplificata dalla stampa, che coinvolge nuovamente il Consiglio Superiore della Magistratura.

Tutto comincia dalla procura di Milano che ha diffuso i verbali giudiziari non firmati; resi pubblici a grandi linee ma non integralmente. Si tratta di deposizioni che riguardano l’avvocato Piero Amara, siciliano, già condannato per corruzione in atti giudiziari e indagato da diverse procure in Italia.

Ancora oggi non sono chiari i contorni e i contenuti poiché i giornali hanno riportato lo scoop della dipendente del Csm che avrebbe inviato a due quotidiani tali documenti e non si capisce  per quale motivo, se spinta da qualcuno o come iniziativa personale.

Poi non si sa se su questi verbali sia stata mai aperta un indagine o per quale motivo non né sia mai stata aperta una. Insomma, una brutta storia tutta da scrivere e su cui adesso indagano diverse procure. Non pare, quindi, il caso di entrare nel dettaglio delle accuse riportate da Amara nei verbali anche se pare sia stato chiamato in causa persino l’ex presidente del Consiglio Conte per incarichi ricevuti da una grande Azienda italiana grazie ai buoni uffici dello stesso Amara. 

Comunque sembra molto strana e singolare la consegna di questi verbali a Piercamillo Davigo, oggi ex componente del Csm, dal Pm che doveva indagare o a cui fu impedito di indagare, Storari. Ci sono finalmente indagini in corso anche se adesso  molte delle affermazioni contenuti in questi atti avrebbero il rancido sapore di falsità messe in circolazione per gettare fango e screditare.

Tuttavia, quel che suona strano e singolare, è stato il lungo surplace messo in atto da circa un anno e l’assenza di regolari procedure formali che dovevano e potevano essere perseguite da un Pm per informare i colleghi, della stessa procura o del Csm, che la consegna di questi verbali non firmati non siano state svolte nel modo dovuto, secondo procedure formali certe e regolari.

Impropriamente è stata richiamata alla memoria la stagione del nefasto “corvo” di Palermo che, comunque, scrisse lettere anonime per accusare il giudice Giovanni Falcone e altri uomini dello Stato della commissione di reati. Furono accuse false e anche il presunto corvo fu poi scagionato.

Una pagina triste e squallida che qualcuno ha accostato latu sensu a quella attuale e, comunque, molto diversa a quella odierna e tuttavia ci riporta nuovamente ad una stagione buia e oscura della vita giudiziaria. Qui, invece, ci sono verbali, a quanto pare non firmati, in cui si fanno affermazioni pesanti e non provate, tra cui si discetta della presenza di una società segreta denominata “Ungheria”, nata anni fa con funzioni “garantiste” nell’ambito giudiziario, di cui farebbero parte magistrati, imprenditori e politici e anche un componente del Csm, Sebastiano Ardita, brillante magistrato assai stimato e competente, e a tale associazione segreta sarebbe stato legato un gruppo di potere, non solo giudiziario.

Sono accuse che sembrano inverosimili e tese a gettare fango sulla giustizia italiana e che certamente non ha bisogno di ulteriori azioni destabilizzanti. Sembra proprio che il sistema di Palamara e quello di Amara si stiano congiungendo in un fiume carsico, in cui ambedue sono modellati e protesi anche all’obiettivo di puntare allo scioglimento del Csm, dopo le numerose defezioni effetto dello scandalo che ha colpito l’ex Presidente dell’Anm.

Sembra giunto il tempo in cui si debbano consumare vendette, per avere toccato interessi inconfessabili e porre fine ancora prima della fine della durata del mandato dell’organo di autogoverno(Csm) colpendo persino con un disegno perverso per screditarne l’immagine, una figura al di sopra di ogni sospetto, proba e di riconosciuta moralità poiché scomoda,  indipendente e onesta che aveva osato dire che bisognava superare il correntocrazia nel Csm riformando anche il sistema di elezioni.

Pertanto, appare altresì singolare che tutto avvenga proprio nel momento in cui si è registrata, dopo tanti anni da parte del Csm, un’apertura sostanzialmente positiva verso il processo di riforme necessarie per dare speditezza alla giustizia italiana  e che si possono portare in porto anche con un ampio consenso della magistratura.

Occorre quindi che si faccia chiarezza con urgenza e immediatezza. Sarebbe estremamente pericoloso aprire una faida per la vita dell’ordine giudiziario e dell’equilibrio dei poteri democratici.

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