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Paolo Boschi, il bandito di Sant’Ilario Baganza

by Nicola Comparato

Spesso i banditi vengono considerati personaggi da film o di racconti avventurosi, magari nella realtà distanti migliaia di chilometri da noi. Ma se ci pensiamo bene non è così. I briganti al Sud, nel secolo scorso, sono stati uomini in bilico tra il bene e il male a seconda dei punti di vista. Nel Nord Italia non era una cosa poi tanto diversa.
Paolo Boschi era un gendarme ducale nato nel 1827 a Sant’Ilario Baganza, frazione del Comune di Felino, in provincia di Parma, che divenne un inafferrabile bandito contrario al nuovo Stato unitario appena costituito. Boschi cresce in un podere gestito dai suoi genitori a Sant’Ilario Baganza, poi entra nei gendarmi del governo ducale e infine, nel 1859, ma solo per pochi mesi, nei carabinieri.
Il 20 maggio 1861, motivi sconosciuti lo spingono ad abbandonare la tabaccheria che gestisce con sua moglie Maria Luigia Ramolini, in seguito al suo ritorno in panni civili perché fedele al governo ducale, subito dopo aver disobbedito all’ordine del brigadiere di Calestano di presentarsi in caserma per accertamenti su alcuni furti.

Tra il vero e l’immaginario, comincia la vita da bandito di Paolo Boschi, abile con la pistole e imprendibile per le forze dell’ordine, forse inafferrabile perché tra i popolani si nascondevano molti suoi sostenitori. Nel 1871 Boschi emigra sotto falso nome in Corsica in cerca di lavoro, ma viene catturato dai francesi a causa di una soffiata e viene estradato in Italia. Il 26 maggio 1873 è davanti alla Corte d’Assise di Parma, che dopo ben 13 sentenze lo condanna a morte. La sentenza viene poi annullata e ripetuta a Piacenza, dove Boschi trova la morte molto probabilmente in carcere. Durante la sua latitanza, durata 11 anni, molte sono state le accuse di crimini gravi nei suoi confronti, come ad esempio furti, aggressioni, sparatorie e rapine.
Ma dopo più di un secolo viene da chiedersi se Paolo Boschi fu un fuorilegge per scelta o per obbligo, e se davvero fosse colpevole di tutti i crimini a lui attribuiti che alla fine lo hanno portato alla morte.

Nella foto, il libro di Filippo Abelli, che ripercorre in modo dettagliato la vita di Boschi.

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