Home In evidenza Nessun salario minimo e nessuna dignità, la proposta di Orlando umilia il Lavoro

Nessun salario minimo e nessuna dignità, la proposta di Orlando umilia il Lavoro

by Romano Franco

In Italia il lavoro è diventato un lusso per pochi e nulla importa ai politici se la paga è da fame, alle volte, basta solo possederne uno.

Nessuna garanzia di sopravvivenza per i lavoratori e nessuna dignità quando vi sono prenditori senza scrupoli e schiavisti che se ne fregano della vita dei propri dipendenti; tanto vi è sempre una sinistra ipocrita sponsorizzata dai grandi gruppi finanziari che è sempre dalla parte dei potenti.

In passato le battaglie di Renzi e dei suoi sodali del “PDL senza la “L, il Pd, non sono mai state dalla parte dei lavoratori e hanno addirittura abolito la garanzia di un posto a lungo termine e l’art. 18, conquista socialista, che garantiva al lavoratore tutela e dignità.

I salari in Italia sono al minimo storico e i diritti dei lavoratori vengono di anno in anno calpestati e smantellati a causa di un problema, la crisi, o di un altro, la pandemia. Tutte scuse “à la carte” utili per denigrare ed impoverire sempre di più la classe operaia.

Lavoratori che vengono mandati a casa con un messaggio WhatsApp senza neanche un minimo di preavviso e senza giustificazione alcuna, operaie che vengono licenziate perché devono scegliere se essere madri o donne e infine schiavi del terzo millennio che vengono sfruttati per arricchire la multinazionale di turno.

E’ così che funziona nel nostro Paese.

L’Italia negli ultimi trent’anni è diventata una terra per pochi privilegiati e il resto della popolazione arranca senza prospettiva alcuna e senza possibilità di emergere; certo, a meno che non ci si appresta a sottomettersi al potente di turno facendo da “schiavo” a quest’ultimo nel tentativo di entrare nelle sue grazie.

Nel nostro Paese ci sono così tanti contratti collettivi scaduti, con 6,8 milioni di lavoratori che attendono il rinnovo oltre che un salario dignitoso, e circa 5 milioni che una paga dignitosa non ce l’hanno proprio e, questi ultimi, pur lavorando rimangono poveri; è questa la cruda realtà.

E lo Stato cosa fa?

Il tema del salario minimo è tornato negli ultimi giorni alla ribalta e il governo, in tutta risposta, ha proposto una legge, redatta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, che non ha riscontrato ostilità da parte dei sindacati.

La proposta del ministro del Pd, che si è auto-definito l’ultimo comunista, prevede di usare come parametro il trattamento economico contenuto nei contratti maggiormente rappresentativi dei diversi settori.

Una proposta già vista nel ddl Catalfo, depennando, però, la parte che introduce la soglia minima oraria di 9 euro lordi introdotta dal ddl precedente.

Nulla di nuovo sotto il sole.

La proposta di Orlando non introduce alcuna soglia di dignità e si rifà sostanzialmente al ddl del suo collega di partito Tommaso Nannicini che non fissa alcuna soglia minima di retribuzione e delega la questione a una commissione istituita presso il Cnel.

La dignità e le vite dei lavoratori in Italia non vengono preservate in alcun modo e l’immigrazione all’estero di molti nostri ragazzi ed eccellenze rappresentano una condanna per la qualità stessa del lavoro e del nostro Paese.

L’Italia è rimasto uno dei pochi Paesi europei a non avere il salario minimo.

E’ necessario fare di più per le persone che da troppo, tanto, tempo vengono ignorate dalla società e questa sinistra ipocrita, che si limita a bei discorsi sui diritti civili e sul politically correct per mascherare le loro enormi lacune, non ha ragione d’esistere se non si occupa dei diritti dei lavoratori e delle famiglie italiane.

Nel Paese del Rinascimento ora più che mai c’è bisogno di una rinascita che cominci proprio dal lavoro. Avanti con il salario minimo. Avanti con diritti e dignità per i dimenticati.

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