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Navigare nella tempesta

by Bobo Craxi

Le drammatiche immagini che giungono dagli ospedali italiani, il dolore delle famiglie che perdono i propri cari, lo sfinimento della classe lavoratrice nel settore sanitario che si sta prodigando in un lavoro senza sosta e senza orari, la determinazione e l’abnegazione dei cittadini italiani in armi che, tutelando i provvedimenti restrittivi mantengono sicurezza e ordine nel paese, non consentono di aprire questioni di ordine politico generale, messi come siamo di fronte ad una emergenza inedita e straordinaria dalla quale non si scorge ancora la fine.

Il generoso contributo della popolazione italiana che al fine, ha mantenuto un alto grado di solidarietà, di pazienza ed ha violato fisiologicamente le norme imposte dal Governo in una misura compatibile ad una nazione di sessanta milioni di abitanti, in un territorio vasto e non tutto aggredito in proporzioni abnormi, come é occorso nel nord del paese.

É presto per tirare le somme, ma certo é che una popolazione la cui grande maggioranza non ha conosciuto né patito i rigori e i dolori delle guerre, ha mostrato una maturità auspicata ma non facilmente pronosticabile prima di queste settimane. Il Governo ha dovuto affrontare un’emergenza sanitaria mondiale, ed é la prima volta che accade.

Questo naturalmente è uno degli argomenti principe dietro il quale si fa scudo il Presidente del Consiglio, l’avvocato delle diverse Lobbies che fu scelto all’indomani delle elezioni per garantire un tasso di tecnicismo a coalizioni snaturate come quelle che stanno governando il paese da un paio di anni.

Alla fine Conte che punta a cavarsela se la caverà facendo persino dimenticare le vistose contraddizioni delle quali é costellato il periodo emergenziale, fra decreti reiterati, comunicazioni confezionate per generare un effetto “Churchill” che é stato subitamente rigettato fino a ritornare ad una sobria normalità che l’eccezionalità del momento impone.

Ritorna, perché sollecitata, la centralità parlamentare ed anche la dialettica con i corpi intermedi, sindacati in testa, che pretendono e richiedono concertazione nelle decisioni che afferiscono alla stretta produttiva dichiarata e allentata a seconda della tipologia della produzione e che richiedono un punto di sintesi fra la sicurezza dei lavoratori e la sicurezza dei cittadini in una fase di decrescita del contagio epidemico.

Allo Stato, più non ci può essere. La ripresa economica dovrà tenere conto anche del nuovo carattere che l’economia mondiale andrà assumendo, quali i settori che la pandemia avrà mandato in crisi e quali invece quelli, che essa sospingerà in alto per una nuova domanda, pensiamo sopratutto alla difesa della Salute e dell’Ambiente.

Per questo un piano straordinario di investimenti, che possa dotarsi di sufficienti garanzie offerte dalla Comunità Europea, si renderà necessario così come obbligatoria sarà la programmazione economica pubblica per un piano di rilancio che non sia di impatto meno che decennale.

Per questo ordine di ragioni la stessa fase che si andrà aprendo successivamente, tutti ci auguriamo presto, dovrà tenere conto di un quadro sociale economico e politico sostanzialmente mutato. Che mette in discussione le ragioni stesse della nascita di questo Governo che oggi gode di una base parlamentare ristretta ma di un consenso popolare largo in ragione della fiducia che si deve concedere alla tolda di comando sino a che la nave non sia arrivata in porto.

Poi, é chiaro che inizierà un’altra navigazione, e prima di salpare i passeggeri dovranno scegliere nuovamente a quali mani affidarsi per un viaggio sostanzialmente diverso e non meno gravido di pericoli.

Possiamo augurarci di portarci appresso tutti coloro che potranno ed in particolare i più anziani che stanno oggi lottando pe la vita negli ospedali. Avremmo bisogno di loro e della loro esperienza.

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