Si è parlato più volte di intitolare una via di Milano a mio padre. Ebbene, non deve essere un gesto politico toponomastico ma un semplice memento. “Qui visse”, “qui nacque” il primo milanese presidente del Consiglio. Direi che è più semplice e non rinnova inutili antichi rancori.
Ho inoltre detto all’Adnkronos che personalmente sono allergico alla toponomastica. Preferisco invece un’impostazione storica, per cui partirei da luoghi ed eventi che possano ricordare l’azione politica del primo presidente del Consiglio milanese della storia, perchè questo è un dato indiscutibile. Tra questi, ad esempio, il Castello Sforzesco, dove nel 1985 fu firmato l’Atto unico europeo. E poi l’Ansaldo, dove si svolse un congresso del Partito socialista e dove arrivò la prima staffetta partigiana con la bandiera rossa portata da Sandro Pertini e partita da casa di mio nonno. Non si tratta di elementi di propaganda che possano offrire occasione di divisione tra maggioranza ed opposizione, ma sono appunto fatti storici.
Mi auguro che si eviti di impostare un dibattito che con il pretesto di Craxi porti le forze politiche a dividersi sull’attualità.