Domenica due navi da guerra della Marina degli Stati Uniti hanno navigato attraverso acque internazionali nello Stretto di Taiwan, la prima operazione del genere da quando la presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, ha fatto visita a Taiwan facendo infuriare la Cina, che considera l’isola di come una sua proprietà.
La Marina degli Stati Uniti ha affermato che gli incrociatori Chancellorsville e Antietam stavano effettuando l’operazione in corso.
Tali operazioni di solito richiedono dalle otto alle 12 ore per essere completate e sono strettamente monitorate dall’esercito cinese.
Negli ultimi anni le navi da guerra statunitensi, e in alcune occasioni quelle di nazioni alleate come Gran Bretagna e Canada, hanno regolarmente navigato attraverso lo stretto, attirando le ire della Cina che rivendica Taiwan.
Il viaggio di Pelosi a Taiwan all’inizio di agosto ha fatto infuriare la Cina, che lo ha visto come un tentativo degli Stati Uniti di interferire nei suoi affari interni. La Cina ha successivamente lanciato esercitazioni militari vicino all’isola che da allora sono continuate.
“Queste navi (americane) sono transitate attraverso un corridoio nello stretto che si trova al di là del mare territoriale di qualsiasi stato costiero”, ha affermato la Marina degli Stati Uniti.
L’operazione è l’ennesima provocazione da parte degli Stati Uniti che vanno a buttare benzina su un fuoco che potrebbe estendersi ed essere fuori controllo.
Il ministero della Difesa di Taiwan ha affermato che le navi stavano navigando in direzione sud e che le sue forze stavano osservando ma che “la situazione era normale”.
Lo stretto Stretto di Taiwan è stato una frequente fonte di tensione militare da quando il governo sconfitto della Repubblica di Cina è fuggito a Taiwan nel 1949 dopo aver perso una guerra civile con i comunisti, che hanno fondato la Repubblica popolare cinese.
La visita di Pelosi a Taiwan è stata seguita circa una settimana dopo da un gruppo di altri cinque legislatori statunitensi, con l’esercito cinese che ha risposto svolgendo più esercitazioni vicino all’isola.
La senatrice Marsha Blackburn, una parlamentare statunitense nei comitati per il commercio e i servizi armati del Senato, è arrivata a Taiwan giovedì per la terza visita di un funzionario statunitense questo mese, sfidando le pressioni della Cina per fermare i viaggi.
L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden non sta in alcun modo cercando di evitare che la tensione tra Washington e Pechino sfoci in un conflitto.
Gli Stati Uniti non hanno relazioni diplomatiche formali con Taiwan, ma sono obbligati per legge a fornire all’isola i mezzi per difendersi. La Cina non ha mai escluso l’uso della forza per portare Taiwan sotto il suo controllo.
Taiwan afferma che la Repubblica popolare cinese non ha mai governato l’isola e quindi non ha alcun diritto su di essa e che solo i 23 milioni di persone di Taiwan possono decidere il proprio futuro. Ma l’autodeterminazione è un concetto assai ambiguo per gli Usa e, quindi, se a questi ultimi portasse ad un tornaconto reale vale con ogni mezzo, in caso contrario invece no.