In mezzo alla bufera e alla tempesta di una Nazione in preda al panico e al disorientamento, c’è chi pensa cinicamente ad altro e tenta di riconquistare spazi di potere ad ogni costo, anche consumando vendette e regolando conti.
Questo è quello che succede a Capitan Salvini ,ancora oggi livido di rabbia che sogna di abbattere Giuseppe Conte, che si permise di umiliarlo impartendogli quella lezione indimenticabile su come ci si comporta nelle istituzioni. Quindi ogni giorno che il leghista apre bocca vengono fuori dichiarazioni velenose contro il Presidente del Consiglio e contro il governo e, poi, per non perdere visibilità e popolarità frasi che continuano a sconcertare, a volte inappropriate e a volte volgari, condite sempre da gaffe e cadute di stile. Sembra sempre più nervoso e rattristato per l’impossibilità a muoversi, a non potere essere al centro della scena e a non poter fare l’unica cosa che sa fare, da consumato propagandista di campagne elettorali e, quindi, cerca di espandere la sua azione sottotraccia coadiuvato dall’altro Matteo.
Si muovono quasi all’ unisono per destabilizzare il governo in un momento assolutamente inopportuno trescando e tramando per far cadere Giuseppe Conte almeno entro l’autunno, quando si dovrà ricostruire dalle macerie la vita economica e sociale. I due Matteo sono una coppia affiatata in cui il fiorentino fa il pontiere del lombardo e giocano di anticipo inventando giornalmente critiche su critiche per delegittimare ogni scelta di chi sta gestendo la crisi più grave dalla nascita della Repubblica.
Ma naturalmente can che abbaia non morde poiché l’epigono di Alberto di Giussano sembra avere preso consapevolezza che la sua proposta politica si è indebolita perdendo credibilità e forza a discapito della Meloni che cresce e da più parti nella sua coalizione di centro destra sostanzialmente si percepisce che il capitano non sembra in grado di ricoprire ruoli di uomo di governo almeno per adesso.
In special modo quando si dovrà gestire la dura ripresa del Paese con un Pil che scenderà vorticosamente. In questa azione come ormai tutti si accorgono è spalleggiato dall’altro Matteo, anch’esso in fase calante nei consensi, con l’obiettivo finale di favorire l’avvicendamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi per gestire una fase di unità nazionale.
Su questa ipotesi convergerebbe tutto l’establishment italiano e anche internazionale che vedono nell’ex presidente della Bce una figura autorevole per la rinascita italiana.