Home Senza categoria La presidente della Corte Costituzionale respinge la strumentalizzazione politica

La presidente della Corte Costituzionale respinge la strumentalizzazione politica

by Rosario Sorace

Il presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia reagisce all’illazione di non essere più super partes e di essere scesa nell’agone politico. Si era ingenerata questa idea, oltre che per le solite valutazioni forzate di organi di informazione, anche per l’ ulteriore intervento di Giorgia Meloni, che ha interpretato in modo scorretto le esternazioni recenti della Cartabia, come una presa di distanza critica nel confronti del governo.

Allora la presidente della Corte Costituzionale ha sentito l’esigenza di una precisazione: “Sarebbe gravissimo che un presidente della Consulta volesse entrare nella discussione per dire ‘questo atto del governo non va bene. Trovo sia inappropriato attribuire al presidente della Corte l’intendimento di scendere nell’agone politico: se c’è una virtù, un principio, che il presidente della Corte tiene a preservare è quello di essere super partes”.

La presidente, quindi, ha affermato: “Sono stata sorpresa e anche dispiaciuta, ma soprattutto sorpresa che il richiamo a ripartire dal fondamento dell’ordinamento giuridico che è la Costituzione abbia potuto essere speso in riferimento a singoli aspetti politici del momento o a singole contese di tipo politico che erano in corso. Sarebbe gravissimo che un presidente della Consulta volesse entrare nella discussione per dire ‘questo atto del governo non va bene’. Non so come si possa immaginare un atteggiamento del genere, anche per la mia storia. Vengo da un percorso accademico e a settembre quando scadrà il mio mandato tornerò alla ricerca e a insegnare. C’è una fierezza nell’essere indipendenti, prima che un dovere è una prerogativa che un giudice si deve gustare sino in fondo”.

“E’ compito del presidente della Consulta-ha continuato la Presidente, – ricordare i principi costituzionali e dire che occorre ripartire dalla Costituzione perchè è una bussola era semplicemente doveroso”. Questo era il passaggio che aveva suscitato l’interpretazione malevola e su cui si sono date le interpretazioni di una sua dissociazione dagli atti del governo Conte. “Era un richiamo ai principi – ha ribadito con determinazione – non l’applicazione di quei principi a casi concreti. In secondo luogo ho detto che non esiste lo stato di eccezione: è un’affermazione quasi ovvia che qualunque professore direbbe ai suoi studenti del primo anno. E ho anche specificato che il fatto che la Costituzione non preveda lo stato di eccezione non significa che sia insensibile al contesto della realtà. I principi costituzionali sono finestre aperte sulla realtà: restano principi ma si declinano in modo diverso. Non so chi abbia voluto leggere un’indicazione di tipo politico. C’è un detto italiano che dice la bellezza è negli occhi di chi guarda l’oggetto. Alcune intenzioni dipendono dalla lettura che se ne vuole dare, ma – ha concluso Cartabia – occorre tenere distinte le opinioni personali dai dati della realtà”.

Chi vuole giocare su presunti conflitti tra i poteri dello Stato per meri scopi di propaganda politica ha, quindi, sbagliato obiettivi.

Potrebbe interessarti

Lascia un commento