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La politica dei siparietti

by Rosario Sorace

Tutti pronti ai nastri di partenza per tentare di raccattare consensi sparando proclami con cifre al rialzo sul piano finanziario da realizzare per fare risollevare l’Italia.

Allora cosa c’è di meglio che esercitarsi come dei partecipanti all’asta per aggiudicarsi visibilità e applausi. Manco a dirlo si distingue in questa pratica Matteo Salvini che dichiara che occorrono 200 miliardi di euro per il rilancio del Paese, mentre Silvio Berlusconi molto più modesto pensa che ne servano almeno 100 di miliardi.

Mi verrebbe da dire quale economista o esperto suggerisce questi numeri, che tra l’altro potrebbero essere insufficienti.

Ma l’ansia da prestazione di natura vocale, la confusione mentale da scarsa ossigenazione cerebrale e il pressapochismo culturale domina in questi siparietti di scarsa qualità che sono veramente risibili, non sortiscono effetti benefici sull’ azione concreta che non servono ai fini del contenimento del contagio.

D’altronde anche Matteo Renzi, improvvsandosi virologo di successo, non è immune da questo scioccante protagonismo e continua ad insistere di anticipare le riaperture confutando l’idea della stragrande maggioranza dei tecnici che parlano di gradualità.

D’altronde tutti sono incollati davanti al video e questo è il solo modo per non scomparire dal misero scenario politico. Già ci basta Giuseppe Conte che faceva le dirette preventive o continue. Ora si pensa che abbia capito di ponderare quel che deve dire per non essere accusato di sovraesposizione, anche se alla fine in questo momento è, pur sempre, il Presidente del Consiglio ed è in qualche modo costretto ed obbligato a giustificare le scelte operate, invitando gli  italiani al rispetto delle prescrizioni adottate.

Abbiamo visto e ascoltato persino in diretta il presidente dell’Anci De Caro in diretta affermare che i provvedimenti a favore dei comuni andavano bene. Poi qualche giorno o qualche ora dopo dopo affermare esattamente l’opposto.

Siamo solo agli inizi di uno stillicidio di parole che riempiranno i giornali, interviste di presunti tuttologi, dichiarazioni vibranti di una classe politica che si spera venga ricordata alla resa dei conti. Per ora basta spegnere la tv nel momento in cui lor signori compaiono in tutta la loro splendida presunzione e totale approssimazione.

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