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La lotta alla Droga

by Romano Franco

E’ passata quasi una settimana dalla visita di Duque negli States. La Colombia sta affrontando un grande flusso di immigrati che stanno fuggendo dalla crisi politica venezuelana: 1,7 milioni di rifugiati sono in marcia alla ricerca di un governo meno corrotto. Ed è così che Ivan Duque, presidente della Colombia, deve far fronte ad un importante decisione.

Trump consiglia a Duque, di riprendere a spruzzare erbicidi sulle colture di coca dal cielo per arginare, attraverso la distruzione delle colture, il flusso di narcotici negli Stati Uniti. “Dovrai spruzzare”, ha detto Trump a Duque in una conferenza stampa congiunta. “Se non spruzzi, non ti libererai di loro”.

Come se fosse così semplice, la Colombia infatti detiene il record mondiale come produttore di stupefacenti ed è un mercato sempre più grosso, da miliardi di dollari all’anno.

Tutti i disserbi aerei sono stati interrotti dal governo colombiano nel 2015 dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha collegato la fumigazione a base di glifosato al cancro. Da allora il paese ha fatto affidamento su squadre di eradicazione che strappano le colture di coca a mano – l’anno scorso il governo ha distrutto 247.000 acri di colture di coca in questo modo – finanziate in parte dagli Stati Uniti con 400 milioni di dollari, ma la produzione complessiva è aumentata dopo che l’irrorazione si è fermata e la Colombia sta lavorando per riprendere l’irrorazione aerea con lo stesso erbicida in nuove condizioni di sicurezza stabilite quest’anno dalla Corte Costituzionale della nazione.

Le crisi gemelle – l’impennata della produzione di coca e la massiccia crisi dei rifugiati – sono solo due delle sfide affrontate da Duque, 43 anni, un tecnocrate istruito negli Stati Uniti che nel 2018 è diventato il più giovane presidente eletto nella storia della Colombia. Il rollback della produzione di coca, afferma Duque, è la chiave per garantire stabilità alla sua nazione sudamericana, che ha raggiunto un importante accordo di pace nel 2016 con il principale gruppo ribelle del paese, Revolutionary Armed Forces of Colombia, o Farc. Il gruppo guerrigliero marxista aveva il controllo di circa il 70% delle colture di coca colombiane quando si sciolse.

Allo stesso tempo, Duque sta gestendo i crescenti costi politici ed economici della massiccia crisi umanitaria nel vicino Venezuela che continua a diffondersi al confine con il suo paese.

Ma la domanda è la seguente: il disserbante servirà realmente a fermare la produzione ?

Assolutamente no. Il traffico di stupefacenti arricchisce ogni anno il P.I.L. della Colombia del 4/5% annui. La droga, in quello stato, da da mangiare e garantisce potere. Non è un fenomeno che si può bloccare con così poca creatività, buttando veleno sulle culture.

Da una parte abbiamo un paese povero che produce droga per un paese che è l’epicentro del vizio.

Si perchè i grandi e potenti States, hanno problemi ben più gravi a cui far fronte, uno di questi è l’acqua, che grazie al suo alto tasso di Arsenico, genera 100.000 nuovi tumori ogni anno. E allora perchè preoccuparsi della Cocaina? Come droga certo è una delle peggiori, ma la verità è una sola, ogni anno tutti gli Americani spendono mediamente 140 miliardi di euro in sostanze stupefacenti illegali, e una buona fetta di questo mercato sfocia in Colombia.

Capito l’intento dei Gringos?! vogliono il malloppo tutto per loro.

La verità è che negli States, fanno una battaglia, proprio per questo flusso di danaro non controllato che migra dallo stato ogni anno; e la guerra si fa sempre più aspra e violenta. Ogni anno i morti per il narcotraffico sono circa 250.000 e i soldi che vengono spesi dagli stati aumentano di miliardi ogni anno.

E allora perchè non si vuole cambiare direzione?  La droga entrerà e ci sarà sempre qualche funzionario corrotto senza scrupoli pronto a farsi corrompere. Non si può impedire alla gente di trovare un modo per evadere o una qualche sostanza che possa ottundere i sensi.

E allora perchè non monitorarla? Legalizzandola! Così facendo lo Stato sa chi la prende, chi la produce, quando come e dove si consuma, e oltre a questo potrebbe impedirne l’accesso ai minorenni, vittime assai fragili e facilmente vulnerabili; inoltre, gli stati inizierebbero a tassarla, facendo ingenti introiti, senza spenderne per contrastare il narcotraffico e la mafia, e tramite questo facile metodo si potrebbe facilmente capire chi ne abusa, e intervenire. Con i soldi delle tasse si crerebbero centri di recupero e d’informazione.

Quindi magari ci servirebbe solo una mentalità più aperta che ci indurrebbe a trovare una soluzione più efficace del semplice veleno. Quindi spero vivamente che il presidente Duque possa avere un illuminazione e ripensarci sulla questione, almeno avviando una riflessione, anche per evitare di spruzzare veleno sul suo popolo in nome dei Gringos.

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