Di A.V.R.I | 25/02/2020
Oggi vogliamo ricordare la triste storia di Elisa Claps, studentessa all’epoca sedicenne del liceo classico di Potenza, scomparsa il 12 settembre 1993. Di Elisa si perderà ogni traccia fino al 17 marzo 2010, giorno in cui i suoi resti saranno ritrovati durante dei lavori di ristrutturazione da alcuni operai nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza.
I sospetti fin dal primo giorno della sparizione si concentrano su Danilo Restivo, l’ultimo ad aver visto Elisa ancora in vita, incapace di ricostruire i suoi spostamenti dopo l’incontro con la ragazza. Restivo è considerato da tutti un tipo fuori di testa per la sua abitudine di importunare le giovani alle quali taglia di nascosto una ciocca di capelli con una forbice che porta sempre con sé.
Sospetti che aumentano quando Restivo si reca al pronto soccorso poche ore dopo la scomparsa di Elisa, con una ferita alla mano che dice di essersi procurato cadendo dalle scale vicino alla chiesa della Santissima Trinità di Potenza.
Quando i resti di Elisa vengono ritrovati, Danilo Restivo vive in Inghilterra, controllato dalle autorità dopo essere stato visto aggirarsi nei boschi armato di stiletto intento a spiare delle donne inglesi. Restivo verrà poi arrestato per l’omicidio della sua vicina di casa, Heather Barnett, avvenuto il 12 novembre 2002, e condannato all’ergastolo il 30 giugno 2011. Estradato temporaneamente in Italia per il processo, il 30 ottobre 2014 viene condannato a 30 anni di reclusione dalla Cassazione per l’omicidio di Elisa. Sul ritrovamento del corpo della ragazza, rinvenuto insieme ad alcuni oggetti, con i jeans e il reggiseno strappati che fanno pensare a una aggressione di tipo sessuale, la famiglia Claps ha sempre sostenuto la tesi della complicità del sacerdote Mimì Sabia, oggi deceduto, che non ha mai permesso di indagare all’interno della chiesa nel corso degli anni, a cui si aggiungono testimonianze discordanti e insabbiamenti vari.
A.V.R.I. (Associazione vittime riunite d’Italia)