Salvatore Lauricella è stato nella storia del socialismo siciliano una delle figure più rappresentative e importanti. Nacque e visse a Ravanusa, in provincia di Agrigento, nel maggio del 1922. Suo padre, Giuseppe, prima dell’instaurazione del regime fascista, fu un grande organizzatore del movimento progressista isolano nonché un’attivista e un fondatore del Partito socialista nell’agrigentino.
La sua azione politica si svolse in una delle aree più difficili e complessa per la presenza di una radicata mafia agricola dei feudi, che si oppose e impedì con violenza ogni tentativo di rinnovamento e di riforma agraria, nonché fu la nemica ‘armata’ dello sviluppo del movimento dei lavoratori e ancor di più del partito socialista. Giuseppe divenne Sindaco socialista di Ravanusa nel 1920 e dovette affrontare naturalmente gravosi problemi. Così, il figlio Salvatore si laureò in Legge e subito si avviò con successo all’attività forense. Ma il richiamo all’impegno politico fu fortissimo, sia per i ricordi memorabili del padre, sia per il legame con tanti superstiti delle lotte contadine che furono condotte alla fine dell’800. Riprese, quindi, con uno spirito nuovo questa lotta nella situazione odierna e si impegnò soprattutto per il progresso della terra siciliana.
Dopo il luglio del ’43 e con lo sbarco degli alleati in Sicilia riprese l’attività organizzativa socialista e, così, Salvatore, per tutti Toto’, si iscrisse al Psi divenendo ben presto uno dei più noti dirigenti nell’agrigentino. Già nel ’46 ad appena 24 anni venne eletto sindaco di Ravanusa, carica che conservò meritatamente fino al 1990, poiché non trascurò mai la sua realtà locale e si batté sempre per risolvere i problemi sociali di quel territorio. Sin dall’elezione dell’Assemblea costituente del ’46 seppe guidare il partito con intelligenza ed equilibrio, cosicché il Psi potè raggiungere e mantenere alti risultati elettorali.
Si impegnò anche nel sindacato risultando tra i più attivi organizzatori della Cgil e ponendosi nel suo paese natale alla guida della Camera del lavoro. Fu Presidente della Lega provinciale delle Cooperative e Mutue di Agrigento e Segretario della Lega regionale dei Comuni siciliani. Nel 1954 fece parte della direzione regionale del Psi e per cinque anni divenne segretario regionale, carica che conservò fino al 1970.
Nel 1963 il partito fu eletto alla Camera nel collegio della Sicilia occidentale con 29.180 voti di preferenza, collocandosi così tra i parlamentari più votati. Nel 1968 capeggiò nuovamente la lista socialista nella Circoscrizione della Sicilia occidentale, e venne rieletto con 40.582 voti di preferenza. Fece parte dei governi Rumor e Colombo quale Ministro della Ricerca scientifica e successivamente dei Lavori pubblici. Si fece promotore di diverse leggi, tra cui di maggiore rilievo quelle per la casa, per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina e per il risanamento di Venezia.
Nel ’72, ’76, ’79 fu nuovamente capolista nella circoscrizione della Sicilia occidentale e venne rieletto rispettivamente con 72.803, 47.032, 55.385 voti di preferenza. Nel 1981 venne rieletto nuovamente Segretario regionale del Psi e successivamente deputato all’ARS, dove i gruppi politici, concordi, lo elevarono alla presidenza, carica che dopo la rielezione riebbe nel 1986.
Quindi, fece parte del Comitato Centrale del partito e venne eletto membro della Direzione nazionale; nell’ambito delle correnti interne del partito seguì, inizialmente, Francesco De Martino ma, successivamente, sostenne Craxi, del quale divenne vice, e per la fiducia dei compagni assunse la carica di presidente del partito.
Nel ’92 tornò alla Camera dei deputati, dove rimase fino al ‘94, quando il partito, fu travolto come la Dc, il Pli, il PSDI dalle inchieste di “Mani pulite”. Si allontanò allora dalla vita politica, ritirandosi a vita privata. Morì a Catania nel novembre 1996. A lui l’amministrazione comunale di Ravanusa, memore dell’impegno politico, della dedizione al socialismo e al progresso oltre che dell’opera svolta in favore della crescita e della modernizzazione della città, ha dedicato una statua in bronzo.
Una figura di primo piano che ha segnato la storia del socialismo siciliano e che ha contribuito a dare forza e spinta alla stagione riformista guidata da Bettino Craxi.