Home Attualità Il Governo ha deciso! Dal 2024 le concessioni balneari saranno poste a bando

Il Governo ha deciso! Dal 2024 le concessioni balneari saranno poste a bando

by Rosario Sorace

Finalmente il governo prende una decisione sulle concessioni balneari da lungo tempo attesa per la procedura d’infrazione che pendeva dall’Ue.

Il Consiglio dei Ministri approva all’unanimità la riforma delle concessioni consentendo all’Italia la fine delle proroghe e la messa bando delle concessioni.

Questo argomento era l’unico punto in discussione all’ordine del giorno nella seduta del consiglio dei ministri anche se la riunione è iniziata in ritardo per le tensioni presenti nella maggioranza di governo.

Vi è stata una sospensione tecnica di tre quarti d’ora per consentire ai partiti di valutare il testo in esame. Successivamente i ministri hanno accolto tutti gli emendamenti al ddl concorrenza che introducono la riforma, prevedendo che sul rilascio della concessioni, argomento a lungo rinviato, si facessero le gare dal primo gennaio 2024.

Diverse e contrastanti le posizioni dei Partiti a cominciare dalla Lega che ha richiesto la pausa tecnica tramite il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, appunto per valutare modifiche e aggiustamenti al provvedimento.

Alla sospensione del Cdm è seguita la costituzione di un comitato ristretto di approfondimento del testo di riforma composto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, il titolare del Mise Giancarlo Giorgetti e appunto il ministro Garavaglia.

Una volta approvato il provvedimento dal Consiglio dei Ministri è intervenuto il senatore Gian Marco Centinaio, sottosegretario Mipaaf e capo dipartimento Turismo e Agricoltura del Carroccio: “Il testo è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie all’accoglimento di alcune nostre proposte. Ora siamo già al lavoro, anche con le associazioni del settore, per cambiare e migliorare il testo in Parlamento. L’auspicio è farlo insieme al resto del centrodestra”.

E adesso si viene a sapere da ambienti leghisti che “già da domani Matteo Salvini incontrerà i rappresentanti di imprenditori e lavoratori del settore dei balneari”.

Mentre ampiamente soddisfatti si dicono gli esponenti del M5Stelle che comunque avevano anch’essi proposto la sospensione della riunione.

E’ stata emessa una nota: “Ci siamo battuti per un principio sacrosanto: le spiagge e gli arenili sono beni pubblici e come tali vanno trattati. Per questo siamo soddisfatti per il testo uscito oggi dal Consiglio dei ministri” e adesso “si pone fine a dannosi privilegi e a una situazione svantaggiosa per i cittadini, l’ambiente e gli imprenditori stessi del comparto”.

“A schierarsi contro qualsiasi principio costituzionale e a tale sentenza, non può che esserci una destra pronta a flirtare con le lobby e a tutelare i privilegi dei pochi a scapito dei cittadini e degli imprenditori onesti. Ma adesso basta propaganda e si lavori subito sui decreti attuativi”, affermano i deputati M5s.

D’altronde anche il Pd si esprime su tale tema in linea con i pentastellati: “Positivo l’equilibrio individuato dal governo sulle concessioni balneari, che sarà oggetto di valutazione da parte del Parlamento”, questo è il primo commento di Piero De Luca, vicecapogruppo del Pd alla Camera.

“Come da noi sostenuto da tempo, è il momento di aprire una fase nuova di riorganizzazione del settore. L’accordo raggiunto dal governo realizza dunque, a nostro avviso, una sintesi ragionevole tra i differenti, legittimi, interessi in campo. Adesso, spetta al Parlamento dare il proprio contributo con serietà e senso di responsabilità, senza più bandierine ideologiche, per dare certezza ad un comparto così importante per il Paese”.

Molto duro è invece il giudizio politico di Fratelli d’Italia che critica la misura approvata dal Cdm. “Oggi in Consiglio dei Ministri si è consumato il primo atto di un esproprio ai danni di 30mila imprese balneari che avrà durissime conseguenze economiche e sociali. È assurdo che con la crisi ucraina, il caro bollette e l’aumento del prezzo di molti generi di prima necessità il governo Draghi individui nelle concessioni balneari la priorità per la nazione e che, con tesi strampalate, legittimi la demonizzazione di un’intera categoria”, afferma Giorgia Meloni che, secondo il suo punto di vista, la riforma “non c’entra nulla con l’entità dei canoni, il costo di un lettino o la cementificazione delle coste”, ma “è soltanto un vergognoso regalo alle multinazionali straniere”.

“A chi dice che il testo cambierà in Parlamento diciamo fin d’ora che Fratelli d’Italia ci proverà con forza, fino all’ultimo minuto disponibile, così come abbiamo provato con forza a far esprimere il Parlamento in queste ore. Noi non tradiamo gli impegni presi”, conclude Meloni.

Un’altra dichiarazione assai critica anche nei confronti della Lega è quella del responsabile nazionale Dipartimento Turismo di FdI, Gianluca Caramanna: “Lascia perplessi e genera sgomento l’atteggiamento di chi, fino a ieri, si professava contrario alla direttiva Bolkestein e oggi, invece, si accoda a questa assurda decisone dell’esecutivo”.

Naturalmente contrari le associazioni di categoria degli operatori economici del settore. Marco Maurelli, presidente di Federbalneari, domanda ai politici un tavolo urgente con governo, regioni ed associazioni di categoria “per valutare modifiche al testo che tengano conto della realtà”.

“Manca – spiega ancora – un impianto di tutela serio previsto per le pmi”.

E il Presidente continua affermando: “Disconosciuti nell’emendamento i contenuti del tavolo tecnico indetto dal governo con associazioni e regioni. Enti concedenti impreparati a gestire un percorso così complesso nel brevissimo periodo. Mancanza di rispetto evidente verso Comuni e Regioni. Riforma dei canoni di concessione fuori dalla realtà: lo Stato esposto a rischio di danno erariale come per l’Osservatorio del Mercato Immobiliare”.

A queste dichiarazioni si accoda anche Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria: “Con questo atteggiamento non è l’Europa che ci dice di fare qualcosa, ma è il governo italiano che ci sta mandando in pasto all’Europa e sta aprendo le porte agli investitori stranieri. Il governo ha fatto delle proposte emendative senza averle condivise e ragionate con noi associazioni di categoria, un modo di fare del tutto singolare tenuto nella segretezza e questo è già significativo di come vengano trattate le questioni in questo esecutivo. Siamo stati chiamati a partecipare a tre riunioni che sono state dei monologhi in cui abbiamo spiegato perché non si deve applicare la normativa in Italia ma risposte non ce ne sono state date”, prosegue Licordari sottolineando che “non c’è la reciprocità con gli altri Paesi e che non c’è stato assolutamente un confronto, ma ci hanno chiamato a una ‘parata’ piuttosto”.

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