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I vermi congelati per 42mila anni nel permafrost siberiano

by Romano Franco

Ti sei mai svegliato da un lungo sonno sentendoti un po’ disorientato, non sapendo esattamente dove fossi? Ora immagina di ricevere una sveglia dopo essere stato “addormentato” per 42mila lunghissimi anni.

In Siberia, il permafrost in fusione sta rilasciando nematodi – microscopici vermi che vivono nel suolo – che sono stati sospesi in un congelamento profondo dal Pleistocene. Nonostante siano stati congelati per decine di migliaia di anni, due specie di questi vermi sono state rianimate con successo, come hanno riportato recentemente gli scienziati in un nuovo studio. I loro risultati, pubblicati nel numero di maggio 2018 della rivista “Doklady Biological Sciences”, rappresentano le prime prove di organismi multicellulari che tornano in vita dopo un lungo sonno nel permafrost artico, hanno scritto i ricercatori.

Sebbene i nematodi siano piccoli – in genere misurano circa 1 millimetro di lunghezza – sono noti per possedere abilità impressionanti. Alcuni si trovano a vivere 0,8 miglia (1,3 chilometri) sotto la superficie terrestre, più in profondità di qualsiasi altro animale multicellulare. Alcuni vermi che vivono su un’isola nell’Oceano Indiano possono sviluppare una delle cinque bocche diverse, a seconda del tipo di cibo disponibile. Altri sono adattati per prosperare all’interno dell’intestino di lumaca e viaggiare su autostrade viscide di escrementi di lumaca.

Per il nuovo studio, i ricercatori hanno analizzato 300 campioni di depositi di permafrost nell’Artico e ne hanno trovati due che contenevano diversi nematodi ben conservati. Un campione è stato raccolto da una tana di scoiattoli fossili vicino al fiume Alazeya, nella parte nord-orientale di Yakutia, in Russia, da depositi stimati in circa 32.000 anni fa. L’altro campione di permafrost proveniva dal fiume Kolyma nella Siberia nord-orientale e l’età dei depositi vicini aveva circa 42.000 anni, hanno riferito gli scienziati.

Hanno isolato i vermi – tutte le femmine – dai campioni di permafrost, scoprendo che rappresentavano due specie nematodi conosciute: Panagrolaimus detritophagus e Plectus parvus. Dopo aver scongelato i vermi, i ricercatori li hanno visti muoversi e mangiare, rendendola la prima prova di “crioconservazione naturale” di animali multicellulari, secondo lo studio.

Tuttavia, i nematodi non sono stati il ​​primo organismo a risvegliarsi da millenni in sospensione ghiacciata. In precedenza, un altro gruppo di scienziati aveva identificato un virus gigante che è stato rianimato dopo aver trascorso 30.000 anni congelati nel permafrost siberiano (non fatevi prendere dal panico: le amebe sono l’unico animale colpito da questo antico attaccante.)

Saranno necessari ulteriori studi per svelare i meccanismi degli antichi nematodi che hanno permesso loro di sopravvivere a un congelamento così lungo. Una volta individuati potrebbero creare implicazioni in molte aree scientifiche, “come la criomedicina, la criobiologia e l’astrobiologia”, hanno concluso i ricercatori.

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