Home IL POPOLO ITALIANO Governo, Landini: “Se una persona che lavora è povera vuol dire che il sistema non funziona”

Governo, Landini: “Se una persona che lavora è povera vuol dire che il sistema non funziona”

by Romano Franco

Maurizio Landini segretario generale della Cgil, in attesa dell’incontro delle parti sociali con Mario Draghi, parla alla trasmissione di Lucia Annunziata su Rai 3 ‘In Mezz’ora in più’: “Vogliamo rimettere al centro il lavoro, e anche la qualità del lavoro stesso. Basta con la precarietà!”.

Il segretario della Cgil non nasconde la sua preoccupazione quando si parla del blocco dei licenziamenti e rammenta: “Noi non vogliamo semplicemente una proroga del blocco dei licenziamenti per tutti ma vogliamo una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, che sia sistema valido per tutti e che colga le differenze tra le varie attività”.

“Prima di vedere come va a finire – aggiunge Landini – la giocherei la partita della proroga del blocco dei licenziamenti. Siamo ancora in piena pandemia e ci sono state tante differenze nei vari settori produttivi, ci sono settori come i servizi e il turismo che sono in ginocchio. Diciamo che serve un mese per fare una riforma degli ammortizzatori sociali. E lì che c’è bisogno di avere una visione e bisogna proteggere quei lavoratori e quelle imprese se non si vuole una bomba sociale. Siamo d’accordo con Draghi su una cosa: basta con la politica degli incentivi, servono politiche attive per il lavoro. Il messaggio da dare è proteggere i lavoratori. Il reddito di cittadinanza? Noi siamo stati critici. Abbiamo sempre detto che era uno strumento per combattere la povertà, ma non una politica attiva per il lavoro”.

“Se una persona che lavora è povera – rincara il Sindacalista –  vuol dire che il sistema non funziona. Bisogna dare dignità al lavoro”, un tema ricorrente che deve essere affrontato in vista dei colloqui con Draghi. Poi prosegue parlando di Fisco e Flat tax e aggiunge: “Voglio essere chiaro: se qualcuno mi viene a proporre la Flat tax non mi trova disponibile, lo dico prima di sentirmelo dire. Non siamo disponibili a pagare tre volte. Non dico che non sono pronto a fare sacrifici, ma voglio che vengano riconosciuti i diritti sul fronte del lavoro”, ha precisato Landini.

“La riforma fiscale deve essere a vantaggio del mondo del lavoro e dei suoi diritti. Cosa ho da perdere più di quello che ho già perso? C’è bisogno di conquistare un nuovo Statuto dei Lavoratori, io rivendico il bisogno di cambiare”.

“Non ho paura di cosa il governo Draghi possa tagliare ma voglio partecipare al cambiamento del Paese” e non si può alzare la tassazione sul lavoro. Piuttosto, aggiunge, “c’è da rimettere mano al sistema fiscale non nell’idea che tutti pagano meno, ma che ognuno paghi in base a quello che ha”.

“Ho criticato il precedente governo quando si è bloccato, quando non ci ha più ascoltato. Io voglio essere coinvolto nella rinascita e nello sviluppo del Paese, se c’è da tagliare delle cose non certo sul lavoro dipendente, non certo nel mondo del lavoro. Basta precarietà perché le donne e i giovani hanno pagato un prezzo altissimo. E’ giusto rimettere mano al sistema fiscale – conclude Landini – ma non nell’idea che tutti pagano meno, ma nell’idea che tutti pagano combattendo l’evasione fiscale. Ognuno deve pagare in base a quello che ha e alla sua capacità contributiva. La patrimoniale? Siamo per una riforma complessiva”. Difficile non condividere le parole di Landini, ma, sarà dura mettere in pratica la rivoluzione di cui parla…  I mezzi e gli strumenti per poterla attuare ci sono e non vanno sprecati. Ma, basta solo volerlo!

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