Dopo aver sofferto per secoli di sanguinosi conflitti, le nazioni dell’Europa occidentale si uniscono finalmente nello spirito di cooperazione economica con la firma del Trattato di Maastricht sull’Unione Europea. Il trattato, firmato dai ministri della Comunità europea, chiedeva una maggiore integrazione economica, politiche estere e di sicurezza comuni e cooperazione tra la polizia e altre autorità in materia di criminalità, terrorismo e immigrazione.
L’accordo ha anche posto le basi per l’istituzione di una moneta unica europea, conosciuta come “euro”. Quando il Trattato di Maastricht entrò in vigore nel 1993, era stato ratificato da 12 nazioni: Gran Bretagna, Francia, Germania, Repubblica irlandese, Spagna, Portogallo, Italia, Grecia, Danimarca, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi.
Da allora, anche Austria, Bulgaria, Finlandia, Svezia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia hanno aderito all’Unione. L’euro è stato introdotto in circolazione il 1 gennaio 2002.
Dopo 24 anni nel giugno 2016, in quella che divenne nota come “Brexit”, il Regno Unito ha votato per lasciare l’Unione europea. Il Regno Unito ha ufficialmente interrotto i legami con l’UE il 31 gennaio 2020 ed è entrato in un periodo di transizione di 11 mesi.
Si conoscono bene gli obiettivi comuni che ci tengono ancorati all’idea di Europa come nazione unica; un assetto militare, politico ed economico che darebbe un’idea di superpotenza che possa finalmente tenere testa ai grandi del globo, (Usa, Russia e Cina), ma, fino ad ora, gli interessi nazionali hanno prevalso tramite gli egoismi personali delle nazioni, e non per accrescere il progetto comune di Stato unito.
E’ ora che i consociati rinuncino alla loro sovranità per mettere insieme i talenti e raggiungere tutti uniti, come Europa, uno scopo unico che preveda una convivenza equa e giusta; nella patria che si auto-definisce, insieme con gli Usa, la patria dei diritti.