Home In evidenza Gli alleati dell’Ucraina si dividono mentre Putin si prepara per l’atto finale

Gli alleati dell’Ucraina si dividono mentre Putin si prepara per l’atto finale

by Nik Cooper

È meglio impegnarsi con il presidente russo Vladimir Putin per la sua invasione dell’Ucraina o isolarlo? Kiev dovrebbe fare concessioni per porre fine alla guerra o ciò incoraggerebbe il Cremlino? Le sanzioni rafforzate contro la Russia valgono il danno collaterale?

Sono queste le domande che la maggior parte di noi si pongono riguardo al conflitto in Ucraina. Ma le diverse risposte a queste domande mettono alla prova la coesione delle nazioni dell’Alleanza atlantica.

Gli alleati della Nato, esclusa la Turchia, si sono rapidamente radunati intorno all’Ucraina nei giorni successivi all’invasione russa ma, a distanza di tre mesi dall’inizio della guerra, iniziano a tentennare sulla presa di posizione.

Mentre i governi occidentali sono alle prese con la spirale dell’inflazione e dei costi energetici, paesi tra cui Italia e Ungheria hanno chiesto un rapido cessate il fuoco.

Ciò potrebbe aprire la strada a sanzioni ridotte e porre fine al blocco dei porti ucraini che ha aggravato una crisi di sicurezza alimentare per i più poveri del mondo.

Eppure Ucraina, Polonia e Paesi baltici avvertono che non ci si deve fidare della Russia e affermano che un cessate il fuoco le consentirebbe di consolidare le vittorie territoriali, riorganizzarsi e lanciare più attacchi lungo la linea.

Ma l’idea di abbattere Putin o Mosca rappresenterebbe uno scenario da incubo per la stessa Europa, sempre che si riesca a portare a termine questo intento.

I russi hanno consolidato una strategia estenuante, e l’idea di sedersi attorno ad un tavolo e discutere di una trattativa di pace fa storcere il naso al governo Zelenskiy.

Ma la strategia del Pentagono è diversa da quella europea. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin infatti ha detto che vuole che la Russia venga “indebolita” e il presidente Joe Biden ha chiesto che Putin venga perseguito per crimini di guerra.

Ma alla gigantesca balla dei crimini di guerra non ci crede neanche il capo della Casa Bianca poiché Ucraina, Usa e Russia, ahinoi, non riconoscono l’autorità della Corte penale internazionale. Quindi nessuno dei loro capi di Stato può essere giudicato da esso.

Il primo ministro britannico Boris Johnson invece, inseguendo il sogno di vedere una Russia indebolita, afferma che Kiev non deve essere forzata ad accettare un pessimo accordo di pace e continua con la propaganda dalle vane speranze che l’Ucraina “deve vincere” il conflitto.

Ma, mano che si parla di vittoria l’Ucraina e i poveri cittadini ucraini perdono un pezzo di territorio, un loro caro, i loro possedimenti e averi.

Germania e Francia sono rimaste più ambigue, giurando di impedire a Putin di vincere piuttosto che sconfiggerlo, sostenendo allo stesso tempo nuove severe sanzioni.

“La domanda che ci viene posta è se torneremo o meno alla Guerra Fredda. Questa è la differenza tra Biden, Johnson e noi”, ha detto un funzionario del governo francese di Emmanuel Macron.

La Russia ha lanciato quella che definisce una “operazione speciale” in Ucraina a febbraio, dicendo che era necessaria per liberare il paese da pericolosi nazionalisti e degradare le capacità militari dell’Ucraina. Pretesto che ha dato a Putin licenza di uccidere e invadere il territorio ucraino.

Da allora Mosca ha affermato che il sostegno militare di Washington e degli alleati sta trascinando la guerra e dissuadendo l’Ucraina dai colloqui di pace.

A marzo, il Cremlino ha chiesto all’Ucraina di cessare l’azione militare, cambiare la sua costituzione per sancire la neutralità, riconoscere la Crimea come russa e riconoscere le aree orientali controllate dai separatisti come stati indipendenti. Erano queste le condizioni di pace imposte da Mosca.

Ma la Russia è consapevole delle debolezze europee.

Infatti, le divisioni potrebbero diventare più marcate man mano che le sanzioni e la guerra avranno un impatto sull’economia globale, rischiando contraccolpi interni e facendo il gioco di Putin.

“Era chiaro fin dall’inizio che sarebbe diventato sempre più difficile nel tempo – la fatica della guerra sta arrivando”, ha detto il primo ministro estone Kaja Kallas.

“Potrebbe esserci differenza tra quei paesi che hanno vicini molto migliori dei nostri e quelli che hanno una storia diversa come noi, i paesi baltici e la Polonia”.

Macron ha avvertito che qualsiasi pace non dovrebbe “umiliare” la Russia come fece con la Germania nel 1918.

Lui, come il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha mantenuto aperti i canali di comunicazione con il Cremlino, provocando costernazione nei paesi più aggressivi.

Il presidente della Polonia ha paragonato le chiamate a Putin a quelle fatte ad Adolf Hitler durante la seconda guerra mondiale.

Scholz ha affermato che le chiamate sue e di Macron con Putin sono state utilizzate per trasmettere messaggi fermi e chiari e ha sottolineato che le sanzioni alla Russia non sarebbero finite a meno che Putin non avesse ritirato le truppe e accettato un accordo di pace accettabile per Kiev.

Alcuni diplomatici francesi hanno anche espresso in privato riserve sulla posizione di Macron, dicendo che rischiava di alienare l’Ucraina e gli alleati dell’Europa orientale.

Sebbene grata per il sostegno dell’Occidente, l’Ucraina ha suggerito di concedere territori come parte di un accordo di cessate il fuoco e talvolta si è chiesto se i suoi alleati fossero adeguatamente uniti contro la Russia.

L’avvertimento di Macron di non umiliare la Russia ha spinto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ad avvertire che la Francia si stava solo umiliando e le relazioni di Kiev con Scholz sono state gelide nei giorni passati.

Riferendosi ai commenti di Austin, un funzionario statunitense ha affermato che Washington non aveva intenzione di cambiare la leadership della Russia, ma voleva vedere il Paese indebolito al punto da non poter più effettuare un simile attacco all’Ucraina.

“Tutti si sono concentrati sulla prima parte di ciò che ha detto Austin, non sulla seconda parte. Vogliamo vedere la Russia indebolita nella misura affinché non possa più fare qualcosa del genere”, ha detto il funzionario.

Una fonte del governo tedesco ha affermato che l’obiettivo di Austin di indebolire la Russia era problematico per l’Europa.

Fonti del governo tedesco hanno anche affermato di essere preoccupate che alcuni in Occidente possano spingere l’Ucraina verso obiettivi militari non realistici, inclusa la riconquista della penisola di Crimea annessa dalla Russia nel 2014, cosa che potrebbero prolungare il conflitto.

Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, dei Verdi, ha pubblicamente affermato che le sanzioni dovrebbero rimanere in vigore fino al ritiro delle truppe russe dalla Crimea.

L’ambasciatore dell’Ucraina in Germania nel frattempo ha ripetutamente criticato la Germania per aver puntato i piedi sull’invio di armi pesanti in Ucraina, sebbene Berlino abbia difeso con fermezza il suo record di sostegno.

Potrebbe interessarti

Lascia un commento