La paura, l’isteria e il disagio sociale sono ad un massimo storico e la popolazione continua a vivere nel caos, soprattutto negli ultimi due anni.
Ma cosa succede quando le menti che attraversano questi periodi turbolenti appartengono a giovani ribelli sensibili e dalle menti fertili?
Alcuni esperti definiscono il danno perpetuato dai lockdown, nei confronti delle future generazioni, come irreversibile; e la sensazione che abbiano ragione la si vede dai dati.
La cronaca quotidiana mostra in Italia minori sempre più a disagio che fanno e ricevono violenze di ogni genere. Il bullismo e il cyberbullismo al giorno d’oggi hanno raggiunto un massimo storico e le statistiche ci dicono che questo fenomeno si potrà solo intensificare col tempo.
I dati raccolti dall’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes e OneDay, con l’aiuto di ScuolaZoo e delle sue community, che ha coinvolto più di 1700 ragazzi e ragazze dai 14 ai 26 anni in tutta Italia raccontano una realtà evidente.
Nel rapporto si legge quanto segue:
In Italia “1 adolescente su 2 ha subito atti di bullismo e, insieme al cyberbullismo, i due fenomeni sono tra i principali rischi percepiti dagli adolescenti. I commenti raccolti dalla survey denunciano anche il profondo dolore provato da ragazzi e ragazze per discriminazioni a causa dell’orientamento sessuale, offese razziste, bodyshaming, atti di denigrazione, violenza e incitazione al suicidio”.
“Le giovani generazioni sono molto consapevoli dei pericoli del web: ben 7 su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro quando navigano in rete. A preoccuparli maggiormente è proprio il rischio di cyberbullismo (68,8%) seguito da revenge porn (60%) furto di identità (40,6%) e stalking (35%) ma anche l’alienazione dalla vita reale (32,4%) con la creazione di modelli e standard irraggiungibili, è fonte di enorme frustrazione.
Al di fuori degli schermi virtuali, invece, il 50% degli adolescenti dice di aver paura di subire violenza psicologica e bullismo (44%)”.
Nel rapporto “emerge chiaramente anche il fortissimo disagio psicologico causato, o esasperato, dai due anni di pandemia. Il 37,5% degli intervistati teme l’isolamento sociale e il 35% ha paura di soffrire di depressione, il 22% di solitudine”.
“L’88% dei partecipanti al sondaggio afferma di sentirsi solo o molto solo (un dato in linea con quello espresso l’anno scorso quando la percentuale registrata era del 93%). Tra le cause della solitudine il 31% dice di non sentirsi ascoltato in famiglia e il 30% non si sente amato, mentre il 29,2% non frequenta luoghi di aggregazione”.
Negli ultimi periodi gli episodi avvenuti sono molteplici. Pochi giorni fa una ragazza di quindici anni è stata fatta ubriacare dai suoi compagni di classe ed è stata violentata durante uno sciopero.
Il 2 dicembre a L’Aquila è stata stuprata una tredicenne, per giunta tra i vicoli storici della città, da un amichetto di quindici anni che si sarebbe macchiato anche di altri tre casi di abusi.
Il disagio delle giovani generazioni costrette a subire la punizione di una vita ancora più alienante di quanto già non si presenti ai giorni nostri, è il vero problema.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di creare centri per il ritrovo di giovani che si riuniscono per studiare insieme, giocare, ridere, divertirsi e stimolare le loro menti. Delle specie di cenacoli comunali.
Altro ruolo che potrebbe essere integrato è quello del maestro o professore (coach), un esperto di psicologia infantile che ha il compito di preoccuparsi solo ed esclusivamente della salute mentale degli studenti.
Una specie di maestro di vita, vincolato dal segreto professionale, che deve avere come unica preoccupazione la crescita delle giovani menti, senza tener conto minimamente del loro rendimento.