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Giorgia Meloni: una leader di rottura

by Romano Franco

Ieri nel salottino di “Che tempo che fa”, trasmissione condotta da Fabio Fazio, si è avuto un ospite d’eccezione, l’onorevole Giorgia Meloni.

L’aitante Giorgia, ha parlato della discutissima fase 2 sulla quale tanto ha inveito, in compagnia dei Renzi e Salvini sulle presunte misure incostituzionali prese dal governo. Purtroppo a Giorgia, sulla fase due che a suo dire è cominciata con scarse aperture e molte restrizioni, è come se non ci fossimo accorti che per la gran parte dei nostri concittadini, sia stata interpretata quasi come un ” liberatutti”, a dimostrazione che il messaggio di Conte non fosse un dictat ma un elenco di indicazioni.

Poi ha parlato del Mes: per Giorgia Meloni, anche dopo le infinite garanzie della messa in atto senza condizioni, rimangono ancora innumerevoli perplessità. Il suo timore più grande è che si possa trattare di una fregatura. Ma c’è da fare una riflessione: dal punto di vista dei precedenti europei, se si venisse meno ai patti, si creerebbe una frattura insanabile nelle regole e nei comportamenti pericolosissimo, e non penso possa essere possibile un simile avvenimento. Non si stà trattando con il fruttivendolo del mercato rionale cara Giorgia: nonostante gli alti e bassi, gli organi europei non possono permettersi di perdere la loro credibilità con mosse inconsuete come questa. La posizione della Meloni è ancora una volta una mossa propagandistica per demolire una delle poche conquiste del Governo in campo europeo sino a questo momento.

E così rincara la dose espondendo a suo dire l’asso nella manica: i famigerati “Bot patriottici”. Come se questi fossero la soluzione a tutti i nostri problemi. Siamo uno Stato poco coeso e con pochissimo patriottismo, e la dimostrazione di quello che stò dicendo la si evince guardando la classe politica, tutta o quasi tutta interessata a raccogliere qualche votarello sulla pelle del Paese, occlusi in un insano egoismo di parte.

Quindi il Bot patriota in momenti come questi, sarebbe una perdita di tempo,inutile e misera in termini di raccolta di capitali. Non è un mistero che per gli italiani l’appartenenza alla nazione, alla nostra nazione, sia un collante ancora molto debole, nonostante la dimostrazione di responsabilità avuta sino ad ora, specie nella prima fase. Quindi, nonostante la trovata di marketing “Bot patriottici”, non serivirà ad allettare l’investitore.

E infine parla del suo alleato, per così dire, Matteo Salvini, alleato da cui stà succhiando lentamente voti, quei voti di elettori che il leader del Carroccio stà perdendo strada facendo con il suo modo di fare disfattista e caciarone.

E alla domanda di Fazio: “Dai sondaggi emerge che il politico della destra è lei. Cosa la distingue dalla Lega?”. La Meloni risponde: “Guardi, in molte cose. Lei diceva la destra… io sono la destra, Fratelli d’Italia è il partito della destra in Italia. La Lega ha un altro tipo di storia, ha fatto un altro tipo di percorso. Vittorio Sgarbi la settimana scorsa diceva che noi siamo come l’Harry’s bar: sai cos’è, cosa trovi. Mi sento più affine ad altri tipi di locale, ma è il racconto della nostra storia, spiega che noi siamo la destra italiana. Si tratta di coerenza, di avere una visione molto più chiara. Quindi il presentatore chiede: “La differenza dunque è la coerenza?”. E la leader di Fratelli d’Italia risponde: “No, no. Semplicemente una rigidità che per esempio ci ha spinto a non fare il governo con il M5s”.

Pare chiaro a tutti che la Meloni, sentendosi forte in questo momento, voglia scavalcare il suo alleato mostrando sicurezza e personalità per incanalare altri voti dalla Lega verso il suo partito. E’ curioso vedere come lei e Salvini siano bravi nel fare opposizione e a creare consenso cavalcando i problemi e le paure della gente, sarebbe curioso vederli entrambi al Governo dove ci sono prese di posizione e responsabilità da assumere: mi auguro che possano entrambi riuscirci, magari in un altro paese.

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