Home In evidenza Fratelli d’Italia diventa il primo partito di destra e la sinistra assapora il fallimento

Fratelli d’Italia diventa il primo partito di destra e la sinistra assapora il fallimento

by Romano Franco

Le elezioni amministrative italiane hanno rivoluzionato drasticamente lo scenario politico in Italia. Gli elettori hanno confermato il partito della Meloni, Fratelli d’Italia, e hanno condannato i cinquestelle all’oblio.

Nulla da fare per la sinistra. Il clima politico italiano sta cambiando in vista del prossimo grande voto del Paese e le elezioni parlamentari, previste per la prossima primavera, determineranno il prossimo premier.

Gli errori grossolani fatti dai grillini, sino ad oggi, sono stati evidenti per gli elettori e aver calato le braghe con chiunque pur di andare nei palazzi che contano non è una cosa che è stata vista positivamente, nonostante Giuseppe Conte.

Essersi messi con l’Establishment di Draghi, nonostante il passato da anti, ha tradito non poco gli elettori che credevano che i cinquestelle potessero realmente cambiare il sistema.

La metamorfosi di personaggi come Luigi Di Maio evidenziano fortemente il cambiamento radicale dei figli del vaffa.

Essersi messi a fare le pecore dell’attuale premier, dove lui comanda e nessuno obietta, ha fatto perdere ai grillini tutto il fascino da “rivoluzionari” che avevano mostrato in passato.

Il bisogno di giungere sempre a compromessi, molto spesso a loro svantaggio, ha fatto sì che l’emorragia di voti andasse prima verso la Lega, quando raggiunse il 36% alle europee, e, adesso, chi gode di questo consenso è Giorgia Meloni che, per il solo fatto di essersi tenuta fuori da questo governo molto autocratico ha guadagnato un consenso che nessuno si sarebbe mai aspettato.

Anche la Lega ha perso il suo smalto e aver fatto diverse concessioni su alcune delle sue posizioni al governo ha fatto perdere terreno al partito di Salvini.

Secondo le proiezioni di lunedì, i partiti di destra dovrebbero mantenere il controllo di diversi importanti capoluoghi regionali, tra cui Genova e L’Aquila, e capovolgere Palermo.

Nelle gare in cui nessun candidato ha vinto a titolo definitivo, comprese Verona e Catanzaro, tra due settimane ci sarà il ballottaggio.

In totale, le elezioni di domenica hanno riguardato circa 1.000 comuni, con 26 capoluoghi di provincia e regione.

Fratelli d’Italia ha dimostrato di poter trasformare l’aumento dei sondaggi in risultati tangibili e da quando la Meloni ha scelto di rimanere all’opposizione, piuttosto che entrare nel governo di Draghi, Fratelli d’Italia ha aumentato notevolmente il suo consenso superando a destra Salvini e la sua Lega.

Domenica quelle proiezioni hanno resistito in tutta Italia, anche al nord, roccaforte a lungo termine della Lega.

A Padova la lista elettorale del partito di estrema destra, FdI, ha ottenuto l’8 per cento dei voti, contro il 7 per cento della Lega, secondo le ultime proiezioni.

A Parma FdI ha segnato l’8 per cento contro il 4 per cento della Lega. E a Verona, una delle tradizionali basi di potere della Lega, ha guadagnato il 12 per cento contro il 6 per cento della rivale.

I meloniani erano in testa anche a Palermo, secondo le proiezioni di lunedì. “In molti comuni siamo il motore del centrodestra. Il voto ha smentito la narrativa secondo cui Fratelli di Italia non ha una classe dirigente”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni fuori dalla sede del partito a Roma.

La coalizione di destra ha dato i suoi frutti e ha fatto vincere i candidati a Genova e L’Aquila ribaltando anche Palermo.

Al contrario, nelle città dove i partiti di destra non si sono uniti, come Verona e Catanzaro, le elezioni andranno al secondo turno.

Matteo Salvini, leader della Lega, ha chiesto l’unità della destra per andare avanti.

“Alle prossime elezioni il centrodestra vincerà solo se sarà unito”, ha detto lunedì il Carroccio in conferenza stampa.

L’ansia per le numerose crisi dell’Europa – una pandemia persistente, guerra infuriata, inflazione in aumento, aumento dei prezzi dell’energia – ha fatto sì che alcuni elettori preferissero rimanere con l’establishment. E il PD è stato il partito che ha avuto i risultati migliori.

Le liste elettorali dei Democratici hanno ricevuto più voti di qualsiasi altro partito in grandi città come Verona, Genova e Palermo, secondo le ultime proiezioni.

I 5 Stelle, al contrario, hanno lottato per riguadagnare slancio da quando sono emersi vittoriosi alle elezioni parlamentari nazionali del 2018.

Domenica, il movimento non aveva nemmeno molti candidati a sindaco in corsa. C’è stata una pesante sconfitta simbolica a Parma, la prima città controllata dai 5 Stelle, dove il movimento è scomparso da quando il suo popolare sindaco, Federico Pizzarotti, ha lasciato il partito in circostanze acrimonie.

“Dal 2017 i voti dei 5Stelle sono stati dispersi, replicando quanto sta accadendo a livello nazionale”, ha detto Pizzarotti. “La sua forza erano gli attivisti nella base, ma ora il movimento è guidato da personalità famose a livello nazionale”.

In effetti essere passati dall’anti establishment all’establishment non ha fruttato ai grillini. I risultati politici ottenuti hanno tradito in maniera evidente i propri elettori.

Molti degli elettori tradizionali dei cinquestelle si sono astenuti, mentre altri si sono riversati in Lega o Fratelli d’Italia.

Il lavoro per Giuseppe Conte di mettere in riga il suo partito si fa duro e intenso e mostrare un po’ di muscoli con il governo Draghi, preservando in primis i diritti dei cittadini, rielaborando quella narrativa romantica che ha reso al MoVimento oltre il 32% di consenso non è una mission impossible. Ma se Conte vuole ottenere questi risultati deve cominciare subito.

I loro matrimoni, prima, con la Lega, poi, col Pd e, infine, con tutti; hanno reso i cinquestelle un partito senza identità che pur di decidere e di comandare è stato disposto ad andare a letto con i nemici storici tra i quali Renzi e Berlusconi.

A Genova, un tempo roccaforte della sinistra, il candidato di Pd e cinquestelle è stato sconfitto.

Nonostante i suoi progressi elettorali la destra, e in particolare la Lega, ha subito un duro colpo dopo aver floppato sul Referendum.

La sinistra, al contrario, è tutta da rifare e per essere più credibile deve portare avanti una narrazione più appropriata. Servono battaglie a favore degli ultimi, dei lavoratori e delle famiglie italiane.

Bisogna mettere in pratica una narrativa di sinistra che tenga conto dei diritti civili ma che si concentri di più sui diritti sociali quali salario minimo e un’assistenza che tuteli i cittadini da questo periodo di incertezze e paure. Avanti con la ricostruzione anche se il lavoro da fare non è poco.

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