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Enrico Mattei orgoglio italiano

by Rosario Sorace

114 anni fa nasceva Enrico Mattei, la figura più geniale di imprenditore pubblico del dopoguerra e uno dei padri del miracolo economico in Italia.

In poco tempo divenne l’uomo della riscossa e della rinascita del paese. La sua vita si interruppe tragicamente a Bascape, quando tornava da Catania in aereo, dopo aver inaugurato a Gagliano Castelferrato nel centro della Sicilia un’industria tessile.

La sua ultima testimonianza avvenne a fine ottobre del 1962, in cui Mattei delineo la sua linea d’azione, che era indizzata a rendere l’Italia autonoma sul piano strategico delle risorse energetiche, salvando prima l’Agip dalle mire americane e fondando l’Eni per far crescere la potenza industriale italiana nel mondo.

Enrico Mattei fu un vulcano di idee e di proposte, molto legato a Ezio Vanoni, che fu Ministro delle Finanze e che morì prematuramente nel 1956. Sino all’ultimo giorno i due amici discutevano su grandi progetti per il rilancio economico della Nazione e Mattei ebbe un rapporto strettissimo con questa figura di rilievo, stroncato prematuramente da un infarto nello studio del presidente Cesare Merzargora.

Vanoni fu un grande economista, libero docente, si era visto rifiutare la cattedra all’Universita’ di Camerino perche’ non iscritto al partito fascista. Fu il braccio destro di Alcide De Gasperi e fu sempre al fianco di Mattei nella sua rischiosa e drammatica sfida alle potenze mondiali e, poi, nella battaglia che, grazie al petrolio, decreto’ l’inizio del miracolo economico italiano dopo la fine della guerra.

Oltre la famosa legge tributaria Ezio Vanoni svolse un ruolo fondamentale con Enrico Mattei per salvare l’Agip e poi, grazie a questo importante sodalizio, si fecero passi in avanti per la scoperta del gas metano. Mattei fu partigiano e rappresentò autorevolmente divenendone la componente cattolica in seno al CLNAI. Avendo esperienza nel settore chimico nel 1945 fu nominato commissario liquidatore dell’Agip. Ma, invece, di attuare il compito, come si ricorda prima, ne fece invece una multinazionale del petrolio.

Mattei fondò Eni che divenne un centro d’influenza politica. Finanziò i partiti in modo spregiudicato, in special modo la Dc e fondò un giornale Il Giorno. Fu parlamentare della Dc nella prima legislatura, e fu sempre vicino alla sinistra democristiana.

La sua morte avvenuta nel 1962 è stata avvolta dal mistero e nel 2012, una sentenza sulla scomparsa del giornalista De Mauro che indagava sulla morte di Mattei, ha riconosciuto che si è trattato di un attentato al suo aereo. La sua grande realizzazione nel 1953 fu l’Ente Nazionale Idrocarburi, che soppianto l’Agip, creata nel 1926 dal regime fascista.

Mattei non seguì la linea del Governo per liquidare l’azienda anzi la rilanciò accorpandolada all’Eni. Così Mattei riuscì a dare nuovo impulso alle perforazioni petrolifere nella Pianura Padana, con l’avvio della costruzione di una rete di gasdotti, per lo sfruttamento del metano e aprì anche all’energia nucleare.

I successi di Mattei furono eccezionali ed enormi, ottennendo con l’Eni concessioni petrolifere in Medio Oriente e, in piena guerra fredda, grazie alla mediazione decisiva di Luigi Longo futuro segretario del Pci, firmò uno storico accordo commerciale con l’Unione Sovietica. Tutto questo attivismo contribuì a rompere l’oligopolio delle Sette sorelle, che dominavano lo scenario dell’industria petrolifera mondiale.

Mattei introdusse, inoltre, il principio che non esisteva allora, per il quale i Paesi proprietari delle riserve, avevano diritto al 75% dei profitti derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti petroliferi. Una scelta che fu accolta come una doccia fredda dalla concorrenza delle multinazionali e fu una rivoluzione nel mondo imprenditoriale che segnò un punto di non ritorno del ruolo delle compagnie petrolifere.

Fu insignito di numerosi riconoscimenti, nel 1961 della laurea in ingegneria ad honorem dalla Facoltà di Ingegneria (ora Politecnico) dell’Università degli Studi di Bari. Numerose altre lauree honoris causa seguirono. La sua vita fu spezzata da una morte oscura e torbida che gettò un’ombra sinistra sul futuro del paese privandoci di un uomo di valore per l’economia italiana.

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