Home Attualità E’ crisi per l’alleanza Calenda-Renzi: il terzo polo si spacca in Puglia

E’ crisi per l’alleanza Calenda-Renzi: il terzo polo si spacca in Puglia

by Redazione

La misura è colma per il terzo polo e il patto d’acciaio tra Calenda e Renzi viene messo in discussione.

L’alleanza tra i due partiti “la qualunque” è entrata in crisi dopo che il consigliere regionale, Ruggero Mennea, ed altri esponenti di Azione hanno aderito alla maggioranza del presidente Emiliano.

“Evidente che i costituenti del Gruppo di Azione sono stati eletti nella coalizione di maggioranza e, quindi, rappresentano una parte della maggioranza eletta nelle elezioni regionali, che ha visto anche essere eletto il presidente Emiliano, mantenendo, quindi, in questa fase della legislatura, quella legittimazione politica avuta”, dice Mennea.

Azione alle ultime Regionali si candidò contro Emiliano, mentre gli attuali consiglieri di Calenda furono eletti nel Pd.

Ma i passi indietro e le ritrattazioni sono oramai parte integrante del percorso politico di Calenda e poco importa se in passato si sia distinto per aver attaccato pesantemente il governatore Emiliano, definendolo anche “il peggior governatore d’Italia” .

Calenda dice che “il Partito Democratico è sempre più ostaggio dei fantomatici progetti di campo largo e di alleanza con i 5S. Bonaccini, che poteva rappresentare una svolta riformista, ha deciso di riaprire a D’Alema e Bersani e di siglare alleanze con De Luca ed Emiliano”.

Ma la coerenza per Carlo Calenda pare un optional e, nonostante abbia detto più volte “mai con Renzi” e “mai con i 5 stelle”, oggi è nella stessa “mangiatoia” di Renzi e, quando serve, anche dei cinquestelle.

Ma nonostante le ritrattazioni e i buoni propositi, cinquestelle e Pd hanno espresso il loro malcontento e, così, alla mossa dei consiglieri di Azione, gli esponenti regionali della maggioranza pugliese hanno detto: “Noi in maggioranza non vi vogliamo”, mandando in fumo i sogni di gloria dei calendiani.

In passato era stato proprio Emiliano a chiedere a Bonaccini, in cambio del suo sostegno al congresso Pd, la promessa di non accordarsi mai più con Calenda e Renzi.

Ma ai consiglieri regionali di Azione poco importa questo, l’importante per loro è mantenere la poltrona e, se la barca di Calenda e Renzi fa acqua da tutte le parti, meglio abbandonare l’imbarcazione.

Gli inganni e i tradimenti sono all’ordine del giorno nel Terzo Polo e il minestrone composto da Calenda ha un retrogusto amaro. Del resto, è questo quello che compri quando il tuo partito è composto da fuoriusciti, transfughi o esiliati di altre liste.

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