L’ammissione di responsabilità, tanto atteso, degli episodi consumati sabato a Roma, si è trasformato in uno scarica barile generale che vede assegnare colpe che hanno il sapore di coltellate nella schiena.
Ieri la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, con i suoi soliti toni aspri e violenti ha portato ulteriore fango in quelle aule del Parlamento, non ancora destinate a vedere il loro punto più infimo, facendo riferimento ad altre allusioni complottistiche gravi e assurde.
Si è vista una risposta del ministro dell’Interno troppo comoda e semplice per quello che avevano definito in passato come il governo dei migliori e la Meloni ne approfitta per azzannare definitivamente la sua preda.
“Lei sapeva e non ha fatto nulla – accusa Meloni – e se fino a ieri potevamo pensare che il problema fosse una sua sostanziale incapacità oggi la tesi che ci viene a raccontare in aula è molto più grave: quello che è accaduto sabato è stato volutamente permesso”.
Ma dal duro attacco di Meloni c’è la risposta marcata del segretario dem, Enrico Letta, che a sua volta condanna Meloni per “non assumersi le responsabilità. Non capisco questo cosa c’entri con la richiesta di pacificazione di Salvini – si domanda Letta – mi sembrano tutti giochi sulla pelle del Paese, noi non ci stiamo. Noi siamo quelli che cercano di andare avanti col governo in un momento difficile”, anche se sarebbe bello che ogni tanto vedere anche loro mettere in evidenza problemi ed errori fatti da questa amministrazione e da questo Parlamento.
Poi, infine, il Segretario del Pd ha concluso dicendo: “Non vedo quale delegittimazione ci sia, c’è bisogno di delegittimare le frange estreme squadriste fasciste che hanno assaltato la sede della Cgil. Lo si può fare senza bisogno di dire ogni volta che bisogna delegittimare un lungo elenco di qualunque forma di violenza”.
Dopo la mancata presa di coscienza e l’ammissione di colpa da parte di Meloni e Lamorgese, anche Letta pare non voglia farsi analisi o auto-critiche per aver inasprito i toni e aver utilizzato un po’ troppo i termini “no vax” e “green pass” in maniera impropria schernendo e offendendo chi la pensasse diversamente dal Pd.
Serve un monito ai sodali di Enrico Letta. Attenzione Pd! Utilizzare la strategia che va ultimamente di moda di tacciare di “fascismo” chi non la pensi allo stesso modo, non è un vero e proprio comportamento antifascista.