Di Ginevra Lestingi
Il capo della sanità nella ricca regione della Lombardia, una delle aree più colpite al mondo dalla pandemia di coronavirus, ha lasciato la carica venerdì dopo mesi di critiche sulla cattiva gestione della crisi medica.
Giulio Gallera è un membro del partito Forza Italia che faceva parte di un governo locale guidato dalla Lega di Fontana, sotto il feudo del ‘leader maximo’ Matteo Salvini.
La sua partenza arriva mentre la Lombardia lotta per intensificare la sua campagna di vaccinazione contro il COVID-19, con gli ultimi dati che mostrano che aveva utilizzato solo il 22% dei vaccini a sua disposizione mentre altre regioni, come il Veneto e la Toscana, erano vicine al 60%.
Gallera ha difeso l’inizio pigro dicendo che non voleva che i medici interrompessero le vacanze di Capodanno per dare una mano. I suoi commenti hanno attirato critiche diffuse in una regione che rappresenta un terzo dei 77.300 decessi COVID-19 registrati in Italia.
“In questi mesi Gallera ha svolto un lavoro molto duro. È estremamente stanco e ha accettato questo cambiamento”, ha detto il presidente di Regione Attilio Fontana, che è stato anche criticato per non essere riuscito a tenere sotto controllo il virus.
Gallera sarà sostituito da Letizia Moratti, ex sindaco del capoluogo di regione Milano. “Il nostro obiettivo è rilanciare la Lombardia”, ha detto Fontana ai giornalisti.
Prima del COVID-19, il sistema sanitario lombardo era considerato uno dei più efficienti al mondo. Tuttavia, la rapida diffusione del virus ha gettato una nuvola sul cosiddetto modello lombardo, che pone grande enfasi sugli ospedali tagliando al contempo la rete di base dei medici di base.
La partenza di Gallera è avvenuta il giorno in cui il ministero della Salute ha detto che la Lombardia e altre quattro regioni – Veneto, Emilia Romagna, Sicilia e Calabria – dovranno affrontare severe restrizioni per almeno un’altra settimana per cercare di frenare un altro picco nei casi di COVID-19.