Il governatore del Veneto Luca Zaia ha consigliato di tracciare i movimenti tramite i cellulari per limitare la diffusione del coronavirus, come se negli ultimi tempi, la nostra privacy non sia stata braccata abbastanza. Dopo aver tenuto Metro e centri-commerciali aperti, il brillante governatore del Veneto partorisce questa idea malsana.
Nonostante l’emergenza, la privacy e la libertà umana sono principi sacrosanti, che se dovessero venir meno, sarebbe la fine della democrazia. A mio parere, i governi hanno osato fin troppo, facendoci ingoiare “la cosiddetta videosorveglianza antiterrorismo” per la sicurezza nazionale, rinchiudendoci in una sorta di Truman Show, dandoci da bere che l’italia fosse finita nel mirino di celle terroriste.
Nei giorni scorsi gli operatori telefonici avevano detto di essere pronti a mettere a disposizione delle autorità le informazioni aggregate ricavate dai dati relativi alla mobilità di tutti i propri clienti. Questo pur garantendo il rispetto di tutte le disposizioni vigenti a tutela della sicurezza e della privacy individuale, come disposto dalla normativa europea GDPR (General Data Privacy Regulation). E infatti la Lombardia ha colto l’occasione per capire quanti cittadini fossero ancora in giro nonostante i divieti. Asstel, l’associazione degli operatori, si dice pronta a fare di più per “aiutare la Protezione Civile, l’Istituto Superiore di Sanità, le Regioni e le altre autorità impegnate in prima linea per combattere la pandemia”.
Comprendo la difficile situazione, ma sono altri i rimedi a cui si può far fronte: magari denunciando chi dice e sostiene che sia un problema da poco, facendo molte più multe, aumentando le sanzioni ai trasgressori, mettendo in moto l’esercito magari e facendo un coprifuoco a tappeto. Abbiamo telecamere in ogni strada, utilizziamole per vedere i punti di ritrovo. Bisogna far capire alla gente che il sacrificio deve essere fatto per uscire il prima possibile da questa situazione. Non legittimiamo il governo a monitorare ancora di più le nostre vite: “Restiamo a casa”.