Il Dpcm della fase 2 viene visionato dalle lenti di ingrandimento dei giuristi e viene espresso un giudizio critico piuttosto aspro, specie nella famosa parte relativa alle visite ai congiunti. Ma è messa, soprattutto, in discussione la costituzionalità dell’emergenza Coronavirus che è stata articolata con questi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
In particolare l ‘ex presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, afferma che tutta la materia di questi provvedimenti è inficiata da una dose di illegittimità: “Limitare le libertà con un Dpcm, è un atto, in tutto, incostituzionale”. “Inoltre la limitazione ai ‘congiunti’ è “discriminatoria ed illegittima”, perché “nasconde una concezione del familismo assurda e fuori della realtà sociale attuale”.
Secondo Baldassarre che dice :”Specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio sono espressioni apparentemente marginali, ma ieri da lui frequentemente usate, come ‘noi consentiamo’, ‘noi permettiamo’”. Poi usare il termine ‘congiunti’ indicato nel Dpcm per Baldassarre “può essere usato come sinonimo di parenti ma mai affini, esclude certamente gli amici attraverso un pregiudizio familistico. E privilegia in modo incostituzionale, perché discriminatorio, chi è legato da un rapporto affettivo diverso dalla classica famiglia”.
E continua dicendo “Ma ci si ricorda della famiglia solo in questo caso? E le coppie di fatto, che convivono senza legame né di parentela né di affinità: che fanno, non si possono incontrare perché non rientrano nella categoria?”. Quindi per il giurista prevale “il pregiudizio familistico di cui parlano gli studiosi stranieri quando si discute dell’Italia”.
“Oltretutto nella nostra Costituzione c’è un dovere di solidarietà: le associazioni a difesa degli interessi solidali chiedano dunque di cambiare il Decreto e che sia consentita l’uscita a tutti, per considerevoli motivi di solidarietà sociale”.
Poi cita un altro grande giurista italiano e ricorda che “Cassese lo ha denunciato nel silenzio degli altri costituzionalisti. Ci si sta approfittando di una situazione grave con disposizioni costituzionalmente assolutamente illegittime”. Baldassarre è lapidario nel giudizio senza possibilità di appello: “Non c’è dubbio. C’è una concezione autoritaria dietro al ‘noi consentiamo’ di Conte. Deriva dal fatto che il Dpcm è un atto amministrativo individuale. Prevede limiti alle libertà costituzionali che non hanno base in un atto legislativo. Dunque se il premier disciplina tutto attraverso il Dpcm è chiaro che dica: ‘io, noi’. E’ lui che concede, dall’alto della sua autorità, quello che deve esser fatto. Esattamente l’opposto di quello che prevede la Costituzione dei diritti del cittadino, dell’uomo, della persona umana”.
Persino per la questione delle messe é duro, e afferma: “Anche qui c’è un arbitrio autoritario: Se io faccio entrare le persone in un supermercato con il rispetto del distanziamento sociale, perché non in una chiesa? Mangiare è un bisogno fondamentale, ma anche il culto per un credente. Per la Costituzione – conclude – sono pari libertà quella al sostentamento e quella spirituale”.
Nonostante le numerose prese di posizione politiche e quelle più autorevoli in punta di diritto, il presidente Conte si sente in una botte di ferro, per aver assunto con il metodo più veloce e celere del Dpcm i provvedimenti urgenti e indifferibili che si rifanno all’ art. 16 della Costituzione: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”.
La polemica si infiamma con risvolti che non si placano neanche in nome dell’emergenza e, naturalmente, in Italia siamo grandi specialisti di infinite querelle.