Di Gaia Marino
I rumori nei corridoi dei colloqui sul clima della COP26 sono aumentati per tutta la settimana e la domanda ricorrente che tutti si fanno è: Dov’è l’UE?
Il ruolo tradizionale dell’Europa nel processo climatico delle Nazioni Unite è stato quello di guidare la conversazione sull’ambizione sia all’interno che all’esterno delle sale riunioni.
Mentre i colloqui entrano nelle ultime 24 ore, è ancora uno dei sostenitori più schietti di un accordo forte a Glasgow. Ma secondo i gruppi verdi, i diplomatici, gli osservatori e gli alleati, l’UE a Glasgow è apparsa inefficace, vincolata e a volte sembrava inetta.
Luca Bergamaschi, il fondatore del think tank italiano Ecco, ha dichiarato: “C’è questa enorme discrepanza, i negoziatori stanno accettando accordi bassi. Il capo del Green Deal dell’UE Frans Timmermans e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno” sono i leader mancanti.
Laurence Tubiana, ex diplomatico francese e capo della Fondazione europea per il clima, ha affermato che l’unico modo per ottenere un risultato ambizioso a Glasgow era che l’UE si battesse per un accordo che avrebbe inviato un segnale alle istituzioni finanziarie internazionali di cui avevano bisogno per aumentare il flusso di denaro verso i paesi in via di sviluppo.
Tubiana è stata severa, dicendo giovedì che “se l’UE non guiderà ora e costruirà la coalizione ad alta ambizione di cui abbiamo bisogno, nessun altro lo farà”.
Giovedì, in una conferenza stampa, Timmermans ha lanciato un attacco a Tubiana, che era uno dei redattori dell’accordo di Parigi.
“Laurence Tubiana canta la stessa canzone ad ogni COP, quindi non mi sorprende che lo dica”, ha detto Timmermans. “Lei è nelle trattative? È con le delegazioni? Non ne sono sicuro. Dice che non vede [l’UE in testa]. Ma ci sono molte cose nella vita che forse non vediamo che stanno ancora accadendo”.
Ha aggiunto di essere “molto orgoglioso” della sua squadra di negoziatori. “Non credo che ci sia nulla di cui l’Unione europea debba vergognarsi”.
Il piano di gioco dell’UE per la COP26 è stato quello di consegnare denaro ai paesi poveri per aiutarli ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici – Timmermans ha affermato che nella scorsa settimana sono stati raccolti circa 800 milioni di dollari in finanziamenti per l’adattamento, “più di tre quarti di questo è venuto dall’Europa. Ciò conferma il ruolo guida dell’UE nel finanziamento dell’adattamento”.
Peccato però che la mossa più efficace vantata da Timmermans e l’Ue sia la raccolta di 800 milioni a fronte dei 100 miliardi promessi agli Stati poveri. Lo 0,8% è esattamente il numero che rappresenta lo sforzo reale dell’Ue alla Cop26 e che ci svela la sua natura impotente che viene messa in atto per perseguire false promesse.