La battaglia per la legge contro l’omotransfobia si è conclusa, con una sconfitta degradante e deprimente per Pd-M5S-Leu, legata al tempo andato perduto per la stesura della norma.
E’ impossibile da nascondere la delusione e il rammarico del papà della legge, il deputato Alessandro Zan, che parla di occasione sfumata.
Un risultato sorprendente e inaspettato per chi ha voluto in maniera esplicita questo arresto forzato nel campo dei diritti.
Ma mentre da una parte c’è chi ha perso ed è rimasto col dente avvelenato, dall’altra, c’è chi esulta in maniera poco sportiva e senza freni, infierendo abbondantemente su tutti coloro che volevano il passaggio della legge.
Si tratta del senatore Roberto Calderoli, vicepresidente leghista del Senato, che in un’intervista al Corriere della Sera spiega com’è maturato il voto di ieri al Senato sul Ddl Zan, con la sua richiesta del voto segreto: “Eh, sì… Devo dire che ci ho proprio goduto”.
Levata l’esultanza da stadio che tra gesti inconsueti, rutti e parolacce ci hanno insegnato a conoscere meglio Calderoli, un rappresentante del popolo, quando vota per la popolazione che lo ha eletto, non ha alcun diritto di nascondere il voto al proprio elettorato. Altrimenti i cittadini come fanno a sapere le scelte intraprese dal loro rappresentante. L’ennesima forte contraddizione e limite del nostro sistema di rappresentanza.
Ma limiti a parte, Calderoli prosegue nella sua vergognosa parata folkloristica e, al posto di sostenere il fatto che la Legge avesse dei limiti e che dovesse essere rivista, la mancata avanzata nel campo dei diritti per il senatore della Lega è una cosa positiva. “Mi è venuto naturale – dice Calderoli – quando ho visto che sulle questioni pregiudiziali e sulle richieste di sospensiva il centrodestra era già andato molto vicino alla vittoria, ho pensato che con il voto segreto avremmo portato dalla nostra qualcun altro. E così è stato”.
E alla domanda: “Si aspettava un vantaggio di voti così significativo?”, Calderoli risponde: “Loro, semmai, avrebbero dovuto aspettarselo. E invece hanno fatto come quello che si aspetta di avere il paracadute e invece ha preso uno zaino, pieno di lattine di carne in scatola. Perché si può anche andare sotto di uno o due voti… Ma qui sono stati 23”, ha spiegato.
L’ipocrisia dei nostri senatori è risultata evidente in questo episodio. Il fatto che un senatore voti come se fosse un privato e non come un rappresentante del popolo è un abominio. Il ddl Zan sarebbe passato se non ci fosse stato il voto segreto, ma, purtroppo per noi, ci sono tanti ipocriti in quel Senato dal predicozzo facile e dal razzolamento discutibile.
E come non prendere in esempio Italia Viva che, prima si dice alla disperata ricerca di una soluzione a tutti costi per far passare la norma, parlando di punti di incontro, ma, nei fatti, non ha fatto altro che affossarla votando prima a favore e poi non si sa. Sarebbe curioso vedere i voti dei renziani, anche se in cuor nostro sappiamo già la scelta.
Ma Italia Viva non ci sta, e si difende in maniera grottesca e stucchevole, come al solito; quindi, al posto di fare il tanto atteso ‘mea culpa’, per la loro polemica sterile e fine a se stessa che ha solo criticato senza proporre alternative, accusa tutti coloro che erano a sostegno della legge.
“Oggi si è consumato un fatto grave – dice Bonetti – a discapito innanzitutto delle tante donne e tanti uomini vittime di violenze e discriminazioni e si è consumato per un incomprensibile rifiuto della ricerca della mediazione, che nella politica è sempre necessaria: si è voluto procedere con un muro contro muro. Noi di Iv abbiamo da subito denunciato che questo era il modo per affossare la legge. Se si fosse accettato un dialogo di un’ulteriore settimana come era stato chiesto, probabilmente non si sarebbe arrivati a questo scontro che purtroppo ha dato l’esito che ci si doveva aspettare, date le premesse” ha detto sempre al Corsera la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, in un’intervista al Corriere della Sera.
Peccato che queste proposte alternative del quale parla Italia Viva non esistano. Ma forse saranno segrete proprio come il voto, chi lo sa.
“Italia Viva ha sempre votato in modo coerente e i numeri dicono palesemente che non sono stati i voti di Iv a mancare”, ha aggiunto la ministra.
Ma, anche se Italia Viva e coerenza non stanno molto bene nella stessa frase, per una volta i renziani erano già convinti della loro decisione riguardo alla legge.
Del resto il vaticano era stato molto chiaro con quel democristiano di Matteo Renzi, del resto si sa, Matteo Renzi non si allontana mai completamente dai diktat di Chiesa e Confindustria.
La delusione di Zan
Difficile da ignorare la delusione del deputato Alessandro Zan che accusa pesantemente Italia Viva. I numeri in questo caso “non importano, contano poco – dice Zan – è evidente il quadro politico, quello che è successo in questi mesi. Italia viva si è messa flirtare con il centro destra, con la Lega. Dopo che c’è stato il cambio ed è arrivato il governo di Draghi il partito di Renzi si è messo in testa di voler essere l’ago della bilancia del Senato. Ma forse non si sono resi conto di cosa stavano facendo”, ha aggiunto.
“Si sono avvicinati al partit1o che è amico di Orbán e di Duda, il leader ungherese e quello polacco. Orbán, capito? Quello che ha votato le leggi omotransfobiche. Che ha tappato la bocca ai giornalisti. Che ha chiuso le università. Basta sentire le dichiarazioni di Davide Faraone, il presidente di Italia viva al Senato. Parla e sembra che a parlare sia Salvini”, conclude Zan.
Lega, FdI e FI non si possono biasimare, nonostante lo sciorinamento dell’ignoranza di alcuni loro senatori. La vera condanna per il mancato passaggio della legge è nei confronti di Italia Viva che, con un piede in più staffe possibili, sopravvive ancora tra un tradimento e un altro.