Agostino Marianetti era nato a Tripoli nel 1940. Proveniva da una famiglia operaia e il padre, operaio socialista alla Bombrini Parodi Delfino (BPD) di Colleferro, venne licenziato per aver occupato la fabbrica con altri lavoratori negli anni Cinquanta.
A 16 anni andò anche lui a lavorare nella stessa fabbrica; a 18 entrò nella CGIL. Visse un periodo duro della sua vita, sia quando fu licenziato il padre per motivi politici e sindacali che personalmente come giovane operaio sedicenne quando comprese con consapevolezza le problematiche dure del lavoro e la necessità di difendere i diritti.
Questa sua esperienza di lavoro che, seppure non necessaria, è comunque decisiva per chi si accinge a svolgere il ruolo sindacale che risulta ancora più preziosa se diviene dirigente. In tale senso maturò una coscienza di classe che lo ha accostato a Giuseppe Di Vittorio e ad una concezione di riformismo concreto e non velleitario o parolaio.
Fu fondamentale nella sua formazione da giovane la sua entusiastica e convinta partecipazione al fervore ideale e progettuale del riformismo socialista ai tempi del primo centrosinistra. Marianetti è stato anche consigliere comunale a Roma dal 1966 al 1969, anno in cui entrò a far parte del comitato direttivo nazionale della CGIL.
Studiò accuratamente e seppe operare pragmaticamente nell’ambito della contrattazione e democrazia sindacale, democrazia industriale ed economica, democrazia sociale e politica che furono contenuti sempre interconnessi. Scelse la Cgil da socialista attuando sempre rapporti unitari sia all’interno della Cgil, sia con le altre organizzazioni sindacali, pur nelle differenze di ideali in una visione di insieme in cui il sindacato deve permanere in una dimensione nazionale e internazionale con l’idea dell’autonomia dai partiti ma certamente non indifferenza nei confronti della politica specie delle forze progressiste e di sinistra.
Marianetti è seguito nel ruolo di segretario aggiunto a Fernando Santi e a Piero Boni e svolse il suo impegno nel sindacato accanto al suo grande amico Luciano Lama. Non apprezzò molto certe tendenza del Partito Socialista Italiano quando svolse la sua attività di parlamentare per tre legislature rimanendo deluso dai risultati che ottenne e dalla gestione del Partito.
La sua carriera sindacale è stata prodigiosa: nel 1971 fu eletto segretario della Camera del lavoro di Roma, e proposto alla segreteria confederale. Nel 1975 fu nominato segretario nazionale della Federazione unitaria CGIL, CISL e UIL. Nel 1977, al congresso della CGIL di Rimini, venne eletto segretario generale aggiunto di Luciano Lama, carica che mantenne fino al 1983 quando fu eletto deputato.
Fu rieletto alla Camera nel 1987 e nel 1992. Nel PSI ricoprì l’incarico di responsabile nazionale dell’organizzazione. È scomparso a Roma qualche anno fa il 21 gennaio 2016.