Home Cronaca A Predappio fascisti sfilano orgogliosi e fieri in occasione del 99° anniversario della marcia su Roma

A Predappio fascisti sfilano orgogliosi e fieri in occasione del 99° anniversario della marcia su Roma

by Romano Franco

Continuano senza vergogna le manifestazioni di “fede” fascista in posti remoti d’Italia dove la cultura e la ‘canoscenza’, come direbbe il sommo Dante, non sono il pane quotidiano per questi ‘poveracci’ condannati a viver la loro esistenza come bruti.

E così è avvenuto a Predappio, in provincia di Forlì-Cesena, paese natale di Benito Mussolini, dove una parata, tanto comica quanto penosa, ha sfilato senza imbarazzo tra le strade del paese in occasione del 99° anniversario della Marcia su Roma, evento che portò il re ad affidare l’incarico di formare un governo allo stesso Mussolini e che, di fatto, segnò l’inizio del ventennio della dittatura fascista.

I fan del Duce si sono radunati nel centro del paese della collina romagnola e, in corteo, hanno sfilato baldanzosi e fieri con una grande bandiera tricolore fino al cimitero dove si trova la cripta in cui è sepolto Mussolini. Ad assistere in maniera molto distaccata vi era anche il servizio d’ordine predisposto dalla questura di Forlì.

Insomma, al posto di osteggiare un’iniziativa che infanga la memoria di tutte le vittime del fascismo e nazismo, nonché tutto il senso della Giornata della Memoria, la polizia è là, inerme, ad assistere alla manifestazione ingiuriosa nei confronti della nostra stessa società e nei confronti della nostra stessa Costituzione, nata per forza di cose Anti-Fascista.

Arrivati al cimitero, ha preso la parola Mirko Santarelli, presidente della sezione di Ravenna dell’Associazione nazionale arditi d’Italia che ha organizzato l’iniziativa.

Durante il suo intervento vi è un paragone alquanto fantasioso con l’ascesa al potere di Mussolini e quella di Mario Draghi. “Nell’articolo 1 della Costituzione si parla di lavoro – ha detto – invece col green pass si sta impedendo a chi non ce l’ha di andare a lavorare”.

Alla fine della pagliacciata è stato fatto tre volte l’appello “Camerata Benito Mussolini”, al quale i partecipanti hanno risposto “presente”, prima di mettersi in fila per la visita alla cripta dove, per le norme Covid, sono ammesse non più di quattro persone per volta.

Ognuno è libero di festeggiare quando e come vuole, viviamo in un Paese libero, fino a prova del contrario. Ma commemorare eventi che ricordano la preclusione di quella libertà messa in atto da quel regime sanguinario che avrebbe impedito a lor signori di fare queste manifestazioni goliardiche è una contraddizione.

Manifestare è un diritto, ci mancherebbe altro, ma infangare la Costituzione e offendere le vittime del regime nazi-fascista non è possibile credere che non valga nemmeno una sanzione amministrativa pecuniaria.

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