Il 7 febbraio 1962, il presidente John F. Kennedy emette un ordine esecutivo che amplia le restrizioni degli Stati Uniti al commercio con Cuba.
Il conseguente embargo, che di fatto limita tutti i commerci tra Cuba e gli Stati Uniti, ha avuto effetti profondamente negativi sull’economia della nazione insulare e ha plasmato la storia recente dell’emisfero occidentale.
L’embargo è stato il risultato di un rapido declino delle relazioni USA-CUBA. Sebbene i rivoluzionari di Fidel Castro avessero deposto un governo sostenuto dagli Stati Uniti nel 1959, il nuovo regime cubano inizialmente cercò una relazione amichevole con il suo vicino più potente.
Castro fece un giro di buona volontà negli Stati Uniti e parlò con entusiasmo di una maggiore cooperazione regionale, ma gli americani rimasero scettici, temendo che fosse un comunista.
L’anno successivo, il presidente Dwight D. Eisenhower ha vietato alle compagnie americane di vendere petrolio a Cuba, spingendo Castro a nazionalizzare tutte e tre le raffinerie di petrolio americane dell’isola.
Dopo l’invasione della Baia dei Porci, un fallito tentativo di controrivoluzione messo in scena dalla CIA nel 1961, Castro abbandonò ogni speranza di un rapporto amichevole con gli Stati Uniti, dichiarando Cuba marxista. La situazione diplomatica divenne sempre più gelida, portando Kennedy ad ampliare l’embargo.
L’embargo è scaduto diverse volte, in particolare sotto i presidenti Jimmy Carter e Barack Obama. Di conseguenza, è diventato più facile per gli americani entrare legalmente a Cuba, anche se i viaggi sono ancora limitati e alcune aziende agricole americane possono vendere a Cuba.
Tuttavia, l’embargo ha avuto un effetto devastante. Sebbene si stima che l’economia statunitense perda sostanzialmente di più all’anno – quasi 5 miliardi di dollari – a causa dell’embargo, si stima che l’economia molto più piccola di Cuba perda circa 685 milioni di dollari all’anno.
L’embargo non ha mai raggiunto l’obiettivo principale della maggior parte degli embarghi – isolare la nazione bersaglio e costringerla ad acconsentire alle richieste del suo avversario – ma ha costretto Cuba a diventare fortemente dipendente dall’Unione Sovietica.
Quando l’URSS si sciolse nel 1991, l’economia cubana fu devastata. Cuba continua a commerciare con il resto del mondo, ma l’embargo sul movimento di persone e merci tra l’isola e la nazione più ricca e potente della regione ha inferto alla sua economia un duro colpo che ha ostacolato il suo sviluppo per quasi tutta la sua storia come nazione indipendente.