Home In evidenza “Voto in bianco” per il presidente della Repubblica: Il Parlamento dei buffoni continua il suo show

“Voto in bianco” per il presidente della Repubblica: Il Parlamento dei buffoni continua il suo show

by Romano Franco

L’elezione del presidente della Repubblica italiano tiene banco sulla scena politica nazionale e internazionale, e, mentre nel Bel Paese si decide per il successore di Mattarella, non sia mai detto che i nostri politici da salotto non se la prendano comoda.

Siamo alla seconda fumata nera e non si vedono svolte, per il momento, nel nostro futuro più immediato. Scegliere una persona per bene che faccia gli interessi del Paese, e non dei partiti, non è una decisione ardua e difficile. A meno che non si mettano i propri interessi davanti, appunto.

Chiunque sarà il nuovo presidente poco importa, visto che la scelta comunque ricadrà sempre su personaggi scelti per preservare gli interessi dei singoli gruppi; se non del politico di turno.

Nel frattempo, però, la farsa delle schede bianche mantiene la suspense e ci tiene impegnati costringendoci ad assistere a questa sceneggiata colma di ignavia e di inettitudine.

E così, mentre l’Italia e i suoi cittadini rimangono in attesa del loro destino, il Parlamento rimane fermo, immobile, e sempre senza coraggio.

Il sistema adottato ci impone di assistere a questa trattativa terribile, dove, i capi non decidono, e, le pecore che risiedono in Parlamento, senza una testa, non sanno più chi votare.

E quindi il nostro organo sacro arranca e affanna ed ha assunto una posizione quasi marginale, visto che comunque, nel bene o nel male, si appresta sempre a rispettare il volere dei soliti quattro noti.

Un’evidente prova del fatto che il Parlamento abbia perso oramai la sua sovranità da tempo.

Rivedere le regole del gioco e fare una legge elettorale che tenga più conto del singolo individuo che del gruppo, servirebbe a garantire più trasparenza e libertà al parlamentare; non più costretto a preservare gli interessi del partito ma solo dei cittadini che lo hanno votato.

Ma mentre i nostri politici giocano e si divertono, in un’aula dove bisognerebbe portare solo onore e rispetto, votando nomi del calibro di Amadeus, Siffredi o De Sica; il nostro Stato continua a rimanere immobile e stagno ed assiste alla peggior compravendita possibile, che raggiunge il suo climax quando il premier Mario Draghi decide di autocandidarsi al Quirinale in maniera non molto velata.

E qua casca Draghi. Imporre al Parlamento di prendere una decisione che inglobi, per forza, la sua ampia maggioranza, con tanto di minaccia di dimissioni nel momento peggiore del suo governo, stona, e non poco, con la parata folkloristica messa in campo all’inizio del suo esecutivo di unità nazionale: fatto per il bene del Paese.

Vederlo “fare fagotto” prima dei periodi nefasti non è l’ideale per chi è stato presentato, e si è presentato, come il miglior patriota al servizio delle Istituzioni.

Ma l’attuale premier, purtroppo, non è stato l’unico ad autocandidarsi per una carica che richiede una nomina; anche Berlusconi ci aveva provato, in maniera più sfacciata; anche se il suo tentativo si è schiantato in partenza.

Ma nel frattempo siamo andati avanti e, così, abbiamo assistito ad una destra “che impone le sue proposte” inguardabili, in contrasto ad una sinistra che rimane sempre critica e immobile.

Ma nel frattempo il Covid non si placa, l’inflazione arriva a toccare il suo record massimo e il clima continua ad essere sempre più pazzo.

Il mondo, come il nostro Paese, non può più permettersi di rimanere fermo così tanto tempo, cari onorevoli.

C’è un’Italia che piange, e che di ridere non né ha più la voglia. So che sarà difficile per i vari politicanti posti a scaldare le poltrone del Parlamento ma, almeno per le elezione del presidente della Repubblica: Fate i seri.

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