Di Ginevra Lestingi
Il sempre verde Matteo Salvini strizza l’occhio ad Israele. Non è passata inosservata la proposta del leader della Lega di voler riconoscere con estrema urgenza Gerusalemme come capitale di Israele.
L’intenzione di Salvini è di trasferire l’ambasciata da Tel Aviv alla città santa. Giusto o sbagliato che sia, la proposta potrebbe buttare benzina sul fuoco su un conflitto già acceso e potrebbe avere ripercussioni sulla nostra sicurezza nazionale.
Ma Salvini promette e dice al quotidiano israeliano Hayom che avrebbe riconosciuto Gerusalemme come capitale, dicendo: “Sono pienamente impegnato con il popolo di Israele e intendo mantenere la mia parola”.
La Guerra dura da tanto tempo e la diatriba tra israeliani e palestinesi riguarda proprio Gerusalemme. Entrambe le fazioni la rivendicano come capitale ma Matteo Salvini ha già deciso e ha scelto, al solito, la fazione più forte.
La maggior parte del mondo ha rifiutato da tempo di prendere posizione sul destino della città santa, dicendo che è un argomento da risolvere durante i negoziati ed è di vitale importanza.
Di conseguenza, la maggior parte delle ambasciate straniere ha sede a Tel Aviv. Quando Donald Trump ha trasferito l’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme nel 2018, è stato duramente condannato per aver alimentato le tensioni, con gli alleati europei che si sono opposti alla mossa. Le proteste alla mossa di Trump hanno provocato la morte di almeno 58 palestinesi.
Salvini ha utilizzato la situazione a suo vantaggio e ha etichettato l’antisemitismo come una cosa di sinistra. Nonostante la storia insegni il contrario.
I Dem sono rimasti imbarazzati dopo aver schierato diversi candidati alle elezioni che si sono rivelati aver messo in dubbio il diritto di esistere di Israele, dice Salvini.
Il leader della Lega ha condannato questi “vergognosi insulti contro Israele e il suo diritto di esistere e difendersi”.
La questione di Israele è molto delicata e ha bisogno del massimo impegno sia diplomatico che economico e non può essere risolto con mosse azzardate e di parte.
Il muro eretto da Salvini rappresenta l’esatto contrario del progetto embrionale di “Israele” che, sarà pure stato fatto in fretta e furia, ma tutto poteva essere fuorché un banale scontro tra tifoserie. A differenza di quanto ci vuol far credere il Carroccio.