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Ritornano i Prefetti di ferro contro il malaffare e l’illegalità

by Rosario Sorace

Situazione allarmante per le imprese e le aziende in crisi poiché le mafie cercano di infiltrarsi mettendo le mani nell’economia. Cosicché nel giro di pochi mesi sono state raggiunte cifre record di interdittive emanate dai prefetti e sono circa 150 al mese, solo nel 2020 sono già 1.400.

In tutto il Paese sono aperti tremila fascicoli d’indagine su questo fenomeno, del tentativo della criminalità organizzata di impossessarsi di pezzi dell’imprenditoria sana. Purtroppo, i tempi di chiusura delle indagini giudiziarie sono spesso lunghe e complesse.

E proprio per questo motivo le prefetture hanno cominciato a usare l’arma dell’interdittiva. Ora un terzo dei provvedimenti sono stati emanati negli ultimi quattro mesi che coincidono con lo stesso periodo in cui alle aziende hanno cominciato ad usufruire degli aiuti del governo.

Nei primi nove mesi del 2020, infatti, i prefetti d’Italia hanno totalizzato un singolare record che è quello delle interdittive antimafia emanate nei confronti della aziende. Tutte società che magari erano in crisi a causa del lockdown e che adesso sono divorate dagli interessi mafiosi al punto che il welfare dei clan risulta essere più efficace di qualsiasi aiuto di Stato.

Questo è un virus letale che può portare alla morte l’economia legale messa in ginocchio dagli effetti causati dalla crisi originata dal coronavirus. Gli investigatori e gli addetti ai lavori hanno lanciato un allarme che dopo il lockdown ‘ndrangheta, Cosa nostra e camorra cercheranno di investire con propri cospicui capitali sporchi per infettare l’economia pulita.

E come sempre saranno prontissimi ad aspettare di partecipare ad un eventuale banchetto con i miliardi del Recovery fund. L’interdittiva prefettizia è un mezzo efficace che prescinde dalla contestazione di un reato ma diviene, quindi, un provvedimento cautelare e preventivo che pone un divieto alle aziende di partecipare agli appalti pubblici e stabilire rapporti con la pubblica amministrazione.

Adesso le prefetture hanno emesso 1400 interdittive dall’inizio dell’anno e, come detto, con un terzo dei provvedimenti emanati negli ultimi quattro mesi. “È importante che i fondi arrivino subito, ma, vigileremo attentamente sulla loro distribuzione”, aveva dichiarato con precise direttive il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

I prefetti hanno risposto giustappunto con 150 interdittive antimafia al mese, una media di 5 provvedimenti al giorno, con un aumento del 25% rispetto ai dati dello scorso anno. Sono anche cifre più che raddoppiate rispetto al quinquennio 2014-2019, mentre cresce pure l’autoriciclaggio. Mentre tutti i reati hanno subito un netto calo a causa lockdown, il lavaggio di soldi sporchi aumenta del 25 percento.

Sono proprio gli episodi di autoriciclaggio che rappresentano molto spesso il segnale per proporre l’emanazione di una interdittiva. La classifica delle aziende interdette è guidata dalle regioni del Sud a partire dalla Calabria, dalla Campania e dalla Sicilia, in cui operano storicamente le più pericolose e importanti associazione criminali italiane.

Ma non bisogna pensare che il Nord sia escluso. Infatti, immediatamente dopo Calabria, Campania e Sicilia ci sono Lombardia ed Emilia Romagna, note per essere le Regioni più ricche del paese nonché le più infiltrate dai clan.

I settori più esposti sono quelli della: ristorazione, turistico- alberghiero, agroalimentare, la grande distribuzione e l’edilizia. Tuttavia, gli investigatori registrano un nuovo settore che è new entry: la sanità privata. Cosicché la gente ha bisogno di test sierologici immediati e tamponi celeri? Le mafie in tal modo si adeguano alla nuova domanda molto meglio di qualsiasi ministero della Salute o assessorato alla sanità.

A Napoli sono state emanate 35 interdittive in meno di due mesi, le ultime 19 la scorsa settimana. A Foggia 30 negli ultimi sei mesi, a Firenze 9, a Frosinone 3 in un mese. Ritorna fondamentale e quasi paradossalmente il ruolo dei Prefetti messi in discussione negli ultimi anni che adesso servono per fermare il malaffare e proteggere l’economia legale.

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