Home News Renato Brunetta lancia un siluro su Lega e Fdi: “Occorre ritornare ai popolari, ai liberali e ai socialisti”

Renato Brunetta lancia un siluro su Lega e Fdi: “Occorre ritornare ai popolari, ai liberali e ai socialisti”

by Rosario Sorace

Le parole di Renato Brunetta pesano come pietre sulla coalizione di centro destra che già di per se è uscita frastornata e confusa dopo l’ultimo risultato elettorale.

Il Ministro della Pubblica Amministrazione, propone una nuova coalizione a sostegno di Draghi, che si ponga il compito di ricomporre le forze attuali intorno ai tre poli europei socialista, liberale, popolare.

Per Brunetta il malessere della maggioranza nasce “dalla mancanza di un collante tra i partiti, che stanno iniziando a rispondere al richiamo del consenso”.

Adesso, l’esponente di Forza Italia spiega che le divisioni nel centrodestra sono cresciute poiché non si è fatta un’analisi sugli errori.

“La colonna portante di ogni Paese dell’Europa è l’opinione moderata”, afferma con convinzione e giova oggi una maggioranza credibile di partiti “all’altezza di Draghi”.

E, quindi, dice che occorre una nuova coalizione che sostenga Draghi, che si ricomponga le attuali forze intorno ai tre poli europei socialista, liberale, popolare.

E accendendo il fuoco polemico, prosegue asserendo che “se la destra sovranista, anti-europea e No Green pass va dietro al richiamo della foresta commette un grande errore, perché il popolo non la pensa così. Lo stesso vale per la sinistra, perché le persone chiedono stabilità e pragmatismo, non risposte ideologiche”.

E, quindi, l’esponente azzurro lancia un siluro difficile da digerire nel centrodestra contestando l’egemonia di Lega e Fratelli d’Italia, che se dovesse rimanere cosi com’è “la coalizione è inevitabilmente perdente”, come si è visto alle Amministrative e “lo si vedrà anche alle Politiche”.

Per Renato Brunetta non sono credibili coalizioni che sono “formate solo per ragioni elettorali”. Ed esprime il suo punto di vista anche sulle divisioni in atto nel centro destra: “Un centrodestra unito non c’è – afferma – ha ragione Mariastella Gelmini”, e la ricetta per superare le tensioni sarebbe un’analisi sugli errori.

La colonna portante di ogni Paese dell’Europa è l’opinione moderata” e per tale motivo Brunetta diffida dell’apertura di Salvini a Le Pen e al comizio di Meloni con Santiago Abascal.

Il ministro dichiara che l’Italia è una Paese di moderati e, quindi, se si persegue questa linea, tutto ciò, “ci impedisce di essere considerati come coalizione un’alternativa credibile alla sinistra”.

“Torniamo ai fondamentali”, ribadisce Brunetta che auspica un ritorno alle grandi famiglie politiche “che hanno costruito l’Europa e le sue istituzioni nel dopoguerra” che sono appunto i popolari, i liberali e i socialisti.

“Queste tre culture politiche adesso – dichiara, invece Cattaneo – possono ricostruire l’Italia del futuro. Con Draghi”. “Dal vertice tra i leader sono usciti dei dati politici: uniti per il Quirinale, no a una legge elettorale proporzionale. Tutto il resto è noia. Forza Italia si propone come una forza dialogante, governativa, quindi andremo avanti. Alla fine la famosa quadra l’abbiamo sempre trovata. Brunetta mi sembra un po’ ingeneroso anche nei confronti di Berlusconi. Berlusconi ieri era a colloquio con la Merkel, non mi sembra che sia la leader dei sovranisti. Noi siamo rimasti sempre coerenti ai nostri valori e quindi con buona pace di tutti, anche di qualche ministro, rimarremo nel centrodestra. Se poi uno teorizza che il futuro sia stare nell’alleanza Letta-Conte buon viaggio” afferma in contraltare Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia sempre a proposito del file audio in cui Salvini attacca Meloni e fa delle considerazioni anche sulle dichiarazioni di Renato Brunetta.

Sull’ipotesi di Berlusconi da proporre per il Colle dice: “Ne parleremo quando saremo a ridosso della votazione. I nomi che si fanno per primi sono quelli che rischiano di essere scartati. I numeri stavolta sono molto più incerti e l’ago della bilancia, anche in virtù dei delegati che manderanno le regioni, è più spostato verso il centrodestra o comunque più in equilibrio rispetto alle ultime volte”.

Mentre esprime un giudizio positivo sulle dichiarazioni di Brunetta il senatore del Pd, Andrea Marcucci: “Lo scenario evocato dal ministro Brunetta nella sua intervista di oggi è molto interessante. I tre grandi filoni (socialista, popolare e liberale) della tradizione politica italiana possono servire a superare definitivamente la stagione del populismo e del sovranismo. C’è davvero bisogno che tutti i partiti siano all’altezza di Mario Draghi”.

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