Home Attualità Provvedimento normativo contro la corruzione in Vaticano varato da Papa Francesco

Provvedimento normativo contro la corruzione in Vaticano varato da Papa Francesco

by Rosario Sorace

Il Papa ha varato un provvedimento normativo che modifica profondamente la vita interna dello Stato Vaticano. Bergoglio, infatti, ha approvato una nuova legge anti corruzione dei dirigenti vaticani che non dovranno avere condanne definitive né essere stati prescritti.

Adesso la nuova normativa fissa prevede che non si possa superare la soglia di 40 euro, per quanto riguarda i regali ricevuti, e prevede che i dipendenti non possano essere sottoposti a processi penali pendenti o a indagini per partecipazione a un’organizzazione criminale, corruzione, frode, terrorismo, riciclaggio di proventi di attività criminose, sfruttamento di minori, tratta di esseri umani, evasione o elusione fiscale.

Scatta l’esclusione anche se si è beneficiato di indulto, amnistia o grazia. Dunque si stabilisce che i capidicastero, cardinali e non, i dirigenti laici della Santa Sede e tutti coloro che hanno funzioni di amministrazione attiva giurisdizionali o di controllo e vigilanza dovranno sottoscrivere, al momento dell’assunzione e poi con cadenza biennale, una dichiarazione anti corruzione.

Inoltre, i superiori vaticani dovranno dichiarare di non detenere, anche per interposta persona, contanti o investimenti o partecipazioni in società e aziende in Paesi inclusi nella lista delle giurisdizioni ad alto rischio di riciclaggio, a meno che i loro consanguinei non siano residenti o domiciliati per comprovate ragioni familiari, di lavoro o studio.

Pertanto dovranno assicurare, per quanto a loro noto, che tutti i beni, mobili e immobili, di loro proprietà o anche solo detenuti, come pure i compensi di qualunque genere percepiti, non siano di provenienza da attività lecite. Vi è anche la significativa richiesta “di non detenere” partecipazioni o “interessenze” in società o aziende che operino con finalità contrarie alla dottrina sociale della Chiesa.

Francesco ha incaricato la Segreteria per l’economia di eseguire controlli sulla veridicità delle affermazioni che verranno rese dai dichiaranti, ed è previsto che la Santa Sede, in caso di dichiarazioni false o mendaci, possa licenziare il dipendente e chiedere i danni eventualmente subiti.

Quindi, da oggi, i dipendenti della Curia romana, dello Stato della Città del Vaticano e degli enti collegati sono obbligati a rispettare il divieto di accettare, in ragione del proprio ufficio, “regali o altre utilità” di valore superiore a 40 euro.
Il Papa ha diffusamente spiegato le ragioni del suo provvedimento citando un passo del Vangelo.

“La fedeltà nelle cose di poco conto – afferma Bergoglio – è in rapporto, secondo la Scrittura, con la fedeltà in quelle importanti. Così come l’essere disonesto nelle cose di poco conto, è in relazione con l’essere disonesto anche nelle importanti. Considerato che quanti prestano la loro opera nei dicasteri della Curia romana, nelle istituzioni collegate alla Santa Sede, o che fanno riferimento ad essa, e nelle amministrazioni del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano hanno la particolare responsabilità di rendere concreta la fedeltà di cui si parla nel Vangelo, agendo secondo il principio della trasparenza e in assenza di ogni conflitto di interessi”.

Infine ha sottolineato il fatto che “la Santa Sede, nell’aderire alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (Convenzione di Merida), ha deciso di conformarsi alle migliori pratiche per prevenire e contrastare la corruzione nelle sue diverse forme”.

In questo spirito, nel 2020, il Papa aveva emanato le norme sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza dei contratti pubblici del Vaticano. Con quella legge, ha evidenziato Bergoglio, “sono stati posti presidi fondamentali nel contrasto alla corruzione nella materia dei contratti pubblici. La corruzione, però, può manifestarsi in modalità e forme differenti anche in settori diversi da quello degli appalti e per questo le normative e le migliori prassi a livello internazionale prevedono per i soggetti che ricoprono ruoli chiave nel settore pubblico particolari obblighi di trasparenza ai fini della prevenzione e del contrasto, in ogni settore, di conflitti di interessi, di modalità clientelari e della corruzione in genere”.

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