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Nilde la figlia del ferroviere socialista

by Rosario Sorace

Sembra doveroso e rilevante ricordare una figura politica di primo piano della storia politica e parlamentare del nostro Paese. Mi riferisco a Nilde Iotti, che nacque un secolo fa e che è stata la  prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato, la presidenza della Camera dei deputati dal 1979 al 1992. Mai nessuno ha mantenuto un incarico per un periodo così lungo periodo e, infatti, rappresenta il più lungo mandato come presidente della Camera dei Deputati da quando è entrata in vigore la Repubblica.

Leonilde, detta Nilde, era figlia di un ferroviere e sindacalista socialista, Egidio, che venne licenziato a causa dei suoi ideali e, soprattutto, dell’attività svolta nell’impegno politico. Cosicché l’adolescente Nilde visse insieme alla famiglia in condizioni di gravi difficoltà economiche. Rimase orfana del padre nel 1934. Nilde era dotata di grande intelligenza e volontà. Proseguì, dunque, gli studi grazie a borse di studio iscrivendosi all’Università Cattolica di Milano, ove ebbe tra i suoi professori Amintore Fanfani e si laureò in lettere nel 1942.

Dopo un periodo di insegnamento in cui si adattò per vivere alle leggi fasciste, cominciò a maturare il suo interesse verso la politica avvicinandosi al Pci. Durante la resistenza svolge una funzione di staffetta che porta ordini ai partigiani e, poi, aderisce ai Gruppi di difesa della donna che era un raggruppamento antifascista del Pci, in cui si distinse subito come figura preminente. Infatti nel dopoguerra viene eletta presidente dell’Unione Donne Italiane di Reggio Emilia e, successivamente, nella primavera del 1946 fece parte del consiglio comunale della città di Reggio Emilia, come indipendente nelle file del Partito Comunista Italiano per poi aderire poco dopo ai comunisti.

Nel giugno del 1946 venne candidata ed eletta membro dell’Assemblea Costituente. In quell’anno iniziò a Roma la sua relazione con il Segretario Nazionale del PCI, Palmiro Togliatti, di 27 anni più anziano, che era sposato. Il loro legame divenne pubblico quando Palmiro Togliatti subì l’attentato nel 1948. Dovette affrontare il giudizio di un Partito Comunista  bigotto e di una società ancora conformista. Iotti e Togliatti chiesero e ottennero l’affiliazione di una bambina orfana, Marisa Malagoli, sorella minore di uno dei sei operai uccisi da agenti della Celere il 9 gennaio 1950, a Modena, nel corso di una manifestazione.

Nilde Iotti ricoprì un ruolo importante perché fece parte della Commissione dei 75 della camera dei deputati incaricata della stesura della Costituzione. Sedette tra i banchi di Montecitorio ininterrottamente sino al 1999 e per lungo tempo ne presiedette l’Assemblea: venne, infatti, eletta Presidente della Camera dei deputati per tre volte consecutive, ricoprendo così quella carica per 13 anni, dal 1979 al 1992.

La riconferma alla guida della Camera dimostra inequivocabilmente che ha ricoperto questa carica con qualità e imparzialità, stimata e apprezzata dall’intero schieramento politico nazionale. Si è sempre battuta in prima linea per i diritti civili e per  l’introduzione del divorzio nell’ordinamento giuridico che si realizzo con la bocciatura del referendum abrogativo del 1974.

La lotta per la parità dei diritti della donna nella società e nella famiglia è stata la bussola di orientamento di tutta la vita. Nel suo discorso di insediamento alla Camera fece un memorabile intervento in cui affermò: “Io stessa, non ve lo nascondo, vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione». Ottenne persino nel  1987 ottenne un incarico di governo con mandato esplorativo da parte del Presidente della Repubblica Cossiga che si concluse senza esiti e, comunque, fu la prima donna e la prima esponente comunista ad arrivare tanto vicino alla Presidenza del Consiglio. Rinunciò a tutti gli incarichi il 18 novembre 1999 a causa di gravi problemi di salute. La Camera dei deputati accolse le sue dimissioni con un lunghissimo applauso. Ho conosciuto questa grande personalità in un festival regiionale dell’Avanti a Catania, quando ero segretario provinciale del Psi. In quell’occasione affascino l’uditorio con il suo carisma e l’alta moralità politica. Per me resta la memoria di una persona, elegante, raffinata e cortese che ha onorato le istituzioni democratiche e repubblicane.

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