Home Senza categoria Mentre l’Italia sopravvive al suo stallo, per la Germania è arrivata l’ora delle scelte impegnative

Mentre l’Italia sopravvive al suo stallo, per la Germania è arrivata l’ora delle scelte impegnative

by Bobo Craxi

Allo stato non sembra sussistere alcuna forza “reale” nel paese in grado di modificare o rovesciare il quadro politico, d’altronde sebbene esista e cresca la consapevolezza di un Governo che è destinato ad aprire fronti di contenzioso su molte questioni, buone ultime la questione della sanatoria dei migranti lavoratori e la Giustizia con lo scontro fra un esponente del CSM e il Ministro Bonafede, esso non sembra tuttavia in condizioni né di allargare la maggioranza ad altre forze politiche e tantomeno ricorrere ad un’ampia Unità Politica nella Nazione, essendo in presenza di un Parlamento sfilacciato e di Forze politiche indebolitesi vieppiù e sfiancate dal periodo di Quarantena che ha prodotto morte e in prospettiva miseria.

Gli impietosi dati economici non lasciano molti spazi ad eccessive elucubrazioni e né possono essere contenuti dalla creatività della espertocrazia economica che si è voluto affiancare all’azione del Presidente Conte; lo stesso continua a governare per decreto presidenziale e a rimandare la data del per presentare un rilancio complessivo, non avendo né grandi idee ma soprattutto grandi soldi.

D’altronde si è passati da un debito di 130 miliardi ad uno di 160 in tre mesi, da una prospettiva deficitaria del 2,4 % ad una certificazione che stiamo all’11%. E’ una prospettiva nella quale può succedere di tutto ed è quindi prudente e saggio seguire la via maestra, che rimane quella di rimanere agganciati e non svincolati dal quadro europeo e dal fronte occidentale senza sbandamenti di sorta.

La discussione aperta in Germania, dopo la sentenza della loro Corte, in realtà sta rilanciando proprio per effetto paradosso, l’esigenza che sia proprio la grande nazione tedesca a decidere se assumere la guida politica, di fatto, dell’Unione, costringendola e convincendola ad avere verso di essa una posizione meno asfissiante. Il morbo ha intaccato anche la sua capacità produttiva e quindi le conseguenze inevitabilmente risulteranno simmetriche, le perdite condivise sul mercato.

Angela Merkel è ad un bivio nel quale non solo si decide il proprio destino personale, il suo alleato-rivale all’interno del Partito ha dato di fatto il via libera per un suo 5° mandato, ma anche il destino del ruolo della Germania in Europa.
Come Helmut Kohl, grande riunificatore delle due Germanie, a questa leadership è data l’opportunità di generare condizioni affinché anche l’Europa diventi ancora più unita uniformandosi alle scelte che sino ad ora hanno spesso visto la Germania muoversi in antitesi innanzitutto con la BCE dove il proprio rappresentante si è opposto per anni alle politiche monetarie del Presidente Draghi.

Uno scatto di maturità e di consapevolezza oggi viene richiesto alla Germania guidata da una forza di antiche e consolidate tradizioni cristiane e popolari, quello di guidare un processo di cambiamento sapendo di dover necessariamente passare attraverso il voto dei tedeschi e del loro Parlamento, quest’ultimo sottolineato a chiare lettere dalla sentenza della Corte Costituzionale che fa un richiamo democratico alla centralità dei “Parlamenti Nazionali” per l’assunzione di decisioni impegnative le quali devolvono un pezzo di sovranità ad una Istituzione sovrannazionale.

I paesi più in crisi, come il nostro, sviluppano la necessità che questa devoluzione avvenga senza condizioni; l’adozione di decisioni impegnative qualsiasi esse siano, non potranno che avvenire attraverso un convincente controllo democratico in un contesto nel quale i contraenti di un nuovo patto istituzionale tuttavia dovranno convincersi ed essere rassicurati di partecipare in un consesso di “eguali”, esattamente come accade nelle cornici federali o più semplicemente nel rapporto fra le Regioni e lo Stato.

E’ una sfida questo su cui si misura e si riafferma l’impegno europeista del Governo Italiano, nel quale la prospettiva rappresenterà un vantaggio purché prevalga uno spirito e un destino che rilancia, anche in virtù della catastrofe pandemica, un destino comune dal quale siamo legati necessariamente.

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