Home In evidenza Italia orfana di Giorgio Galli, il grande politologo del bipartisan

Italia orfana di Giorgio Galli, il grande politologo del bipartisan

by Rosario Sorace

É morto a Camogli all’età di 92 anni, Giorgio Galli, uno dei più celebri e brillanti politologi italiani. Nato a Milano e laureato in Giurisprudenza, è stato docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi di Milano. Si è dedicato agli studi e all’analisi del sistema politico italiano, adottando le metodologie che sono mutuate dalle scienze sociali.

In particolare ha esplorato la storia contemporanea del secondo dopoguerra con un acume e un’ accuratezza di grande rigore scientifico, in cui si è soffermato sul connubio tra storia ufficiale ed esoterismo. La sua produzione si è caratterizzata, anche per l’attenzione verso aspetti reconditi della storia delle idee politiche e sulle origini  “magiche” o irrazionali che contribuiscono ad alimentare l’adesione e il consenso di massa verso le ideologie di natura totalitaria.

Ha collaborato con riviste quali Panorama e New age and New Sounds. Ha scritto anche sulla rivista mensile Linus tenendo una rubrica. Si deve la sua fama alla teoria che riguardava l’Italia del “bipartitismo imperfetto”. Nel 1966 scrisse il suo libro più famoso di politologia: ‘Il bipartitismo imperfetto. Comunisti e democristiani in Italia’, edito da il Mulino e, poi, ripubblicato da Mondadori.

E’ stato anche direttore della casa editrice Il Mulino e presidente dell’Umanitaria. Ha scritto innumerevoli e apprezzate pubblicazioni politiche sulle figure di personaggi della storia contemporanea . Tra le sue opere più significative si ricordano: ‘Storia dei partiti politici europei, Partiti politici italiani (1943-2004), Mezzo secolo di Dc (Baldini Castoldi Dalai 2004), Esoterismo e politica (Rubbettino 2010), oltre naturalmente al già citato saggio del 1966 ‘Il bipartitismo imperfetto.

Comunisti e democristiani in Italia’. Recentemente aveva pubblicato per Kaos il suo ultimo lavoro, ‘Hitler e l’esoterismo’ e nel 2017  aveva fondato  l’”Istituto di studi politici”. Ha firmato un intervento, sul primo numero del 2021 della rivista legata all’istituto Civica in cui ha affrontato i possibili sviluppi contro la deriva della democrazia rappresentativa.

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