Dopo la protesta avvenuta nella giornata di ieri, 6 maggio, a Milano davanti all’Arco della Pace, dove i titolari di bar, ristoranti e pub si sono riuniti portando nella piazza cartelli con su scritto “Io non apro” e le sedie dei loro locali che rimarranno vuote fino al protrarsi del lockdown, si è avuta la risposta di Conte.
Così Giuseppe Conte parla della possibile riapertura: “Dal Governo non c’è alcuna volontà di protrarre questo lockdown residuo. Se c’è la possibilità di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle aperture ulteriori. Siamo nelle condizioni di un piano che ci consenta di tenere sotto controllo la curva del contagio anche a livello territorialmente molto circoscritto”.
Sono queste le parole del premier che non è rimasto indifferente alla protesta. Mentre sul decreto di maggio dice: “Siccome ora ci sono soglie definite di allarme, siamo in condizione di studiare un’eventuale anticipazione delle aperture per ulteriori attività con differenziazioni geografiche. In presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività, si potrà decidere di anticipare le aperture di centri estetici, parrucchieri, ma anche teatri”.
E sulle riaperture interviene il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, che dice: “”Tutti noi vogliamo arrivare alle differenziazioni territoriali. Dal 18 maggio molte attività potranno riaprire, ma lo si dovrà fare in sicurezza, e le Regioni che decideranno di farlo senza il rispetto delle linee guida Inail se ne assumeranno la responsabilità”.
Insomma, si prevede una possibile riapertura a macchia di leopardo. Vediamo cosa succede in futuro.