La diatriba interna per quanto riguarda il destino dei talebani è all’ordine del giorno. Sono molti gli Stati che riconoscono i ‘radicali sanguinari’, altri invece temporeggiano e aspettano l’evolversi degli eventi sperando magari, ingenuamente, che gli estremisti e tagliagole si siano evoluti rispetto a 20 anni fa, poi, infine, c’è chi pensa che niente e nessuno possa mai fargli cambiare la propria natura.
Qualunque sia la verità, nel frattempo, i talebani, convinti oramai di aver sconfitto l’Occidente, iniziano a fare dal canto loro richieste sempre più specifiche: “Spero che l’Italia riconosca il nostro Governo islamico e che riapra presto la sua ambasciata”. A dichiararlo è lo stesso il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, che aggiunge: “Vogliamo ristabilire buone relazioni con l’Italia, il vostro è un Paese importantissimo per noi per la sua cultura e la storia della filosofia. Questo per noi è essenziale”.
“Quello afghano è un popolo valoroso che ha saputo sacrificarsi per vincere questa lunga guerra. Ora c’è un Paese da ricostruire” afferma.
“Abbiamo bisogno di sicurezza, rilancio economico e nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda la sicurezza, posso affermare che grazie al ritiro degli americani e alle nostre forze dell’ordine il problema è risolto”.
“Rimane in salita la lotta alla disoccupazione e la creazione di un vero e proprio rilancio economico”… “Tutti i soldi sono stati spesi per la guerra, ora è tempo di ricostruire. Per questo abbiamo bisogno di migliorare le nostre relazioni internazionali e accreditarci davanti ai governi di tutto il mondo. Siamo consapevoli che abbiamo davanti un lavoro enorme, ma stiamo ponendo le basi per una profonda trasformazione del Paese”.
Inoltre aggiunge Zabiullah Mujahid: “Abbiamo già trovato un’intesa con i mujahiddin ma il grande punto interrogativo rimane la nostra gente del Panshir. Purtroppo il dialogo non sta dando i frutti sperati”. Ieri l’ultimatum, “gli abbiamo chiesto di arrendersi, altrimenti saranno schiacciati”. Dichiarazioni che mettono in evidenza, ancora una volta, la loro natura poco democratica e pacifista.
Inoltre, la promessa fatta di mettere donne al Governo, subito viene ritirata e viene messa di nuovo in risalto la loro società gretta e maschilista poiché “seguendo i comandamenti del Corano e sotto la legge della sharia le donne potrebbero, ad esempio, lavorare nei ministeri, nel corpo della polizia o, ad esempio, nella magistratura come assistenti. Vedo le donne protagoniste della società afghana. Abbiamo tantissime donne che lavorano negli ospedali, sono delle bravissime e valide infermiere”.
“Quando il nuovo gabinetto e i ministeri torneranno operativi, allora le banche, i confini e il sistema economico tornerà a funzionare come prima” assicura Mijahid. “Ci sono un sacco di investitori che vorrebbero venire in Afghanistan, ma prima bisogna avere uno stato di sicurezza sufficiente. Abbiamo pensato a tutto”, dice Zabiullah Mujahid.
Inoltre il portavoce dei talebani parla delle relazioni internazionali e non nasconde che la Cina sia l’interlocutore privilegiato: “È il nostro partner principale e rappresenta per noi una fondamentale e straordinaria opportunità poiché è disponibile a investire e ricostruire il nostro Paese”.
“Teniamo moltissimo al progetto “One belt, one road” che porterà a rivivere l’antica Via della seta. Inoltre possediamo ricche miniere di rame che grazie ai cinesi potranno tornare in vita ed essere modernizzate. Infine la Cina rappresenta il nostro lasciapassare verso i mercati di tutto il mondo”.
Poi c’è la Russia, “le relazioni con Mosca sono principalmente politiche ed economiche. La Russia continua a mediare per noi e con noi per creare le condizioni per una pace internazionale”. Poi ci sono Qatar e Turchia, che “si stanno occupando della rimessa in moto dell’aeroporto”, conclude Zabiullah Mujahid.
Insomma, avevano detto di essere cambiati ma: hanno conquistato il potere con la forza; reprimono con il sangue e violenza le persone che si oppongono a loro; discriminano donne e categorie fragili; precludono la cultura e l’informazione, disprezzano la cultura e la società occidentale e poi chiedono aiuto? I soldi dell’Occidente però non fanno poi così schifo!
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Era un politico giovane e valente un Socialista perbene e ne ha dato dimostrazione sacrificandosi per il partito e per la sua onesta intellettuale.