Avevano iniziato la loro folgorante carriera come nuovi Masanielli ma hanno finito per appiattirsi più di Luigi Di Maio; è triste e grottesca la caduta in basso di Meloni e Salvini.
La prima, autoproclamatasi promotrice di una destra sociale, si era scagliata contro le accise, contro il sistema fatto di poltrone e contro l’alta finanza per ristabilire un nuovo ordine mondiale, ma non appena è salita sulla poltrona, appunto, Giorgia Meloni si è dimenticata di tutte le promesse fatte e ha finito per diventare una nuova Mario Draghi 2.0, con molta meno esperienza e influenza del leggendario galoppino delle banche.
Il secondo, Matteo Salvini, è sempre alla ricerca di consenso e si era improvvisato bandiera e simbolo di una “furiosa” battaglia contro i cosiddetti sistemi forti ma, anche lui, non appena ha avuto l’occasione ha emesso una stretta sui monopattini elettrici facendo un regalo da miliardi di euro alle assicurazioni.
La mossa contro i monopattini va ad attaccare in maniera evidente quella fascia di persone povere che, non potendosi permettere motorini o autovetture poiché dotate di assicurazione e di altri costi extra, aveva comprato un monopattino elettrico per spostarsi in maniera conveniente ed ecologica all’interno di una città o paese.
Per non parlare del caso delle poltrone di Istat, Inps e Rai che rimarrà nella storia, ahinoi, è ha aperto la via a nuovi precedenti che accentrano sempre più il potere nelle mani della politica.
La mossa compiuta dal governo Meloni, che si è autoproclamata giudice e boia delle istituzioni, ha reso sempre più deboli le dirigenze dei vari enti pubblici e ha complicato la vita a noialtri caotizzando gli Istituti già poco organizzati, proprio a causa delle interferenze della politica.
Sono sempre più le incongruenze con quanto detto e poi fatto da questo governo, e dai tanti altri che si sono preceduti prima di esso, e la strada è sempre più indirizzata verso la contraddizione; tanto da far perdere interesse alla popolazione per la Cosa Pubblica.
La crisi democratica è sempre più evidente e, ancora una volta, gli italiani sono andati a votare per una rivoluzione gattopardesca che ha lasciato il boccone amaro a noi tutti.
Avevano cominciato con Berlusconi, che si presentava come l’Homo Novus, poi abbiamo avuto Renzi, i Cinquestelle, Salvini e, infine, Meloni. Adesso vogliono intortarci con l’avvento della Schlein; l’ennesima figlia di papà a sinistra.
Adesso basta. La democrazia è morta e sepolta con questo atteggiamento e l’appiattimento di ogni personaggio politico al sistema ne è la prova provata.
Non importa chi si sussegue in politica tanto alla fine chi comanda è sempre l’alta finanza.