A pochi giorni dalla manovra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato costretto dall’Europa a rivederla e correggerla.
La norma legata alla misura sul Pos contiene un “refuso”.
Nel testo, inoltre, ci sarà con tutta probabilità la soppressione dell’intero articolo 69, che contiene anche l’innalzamento del tetto al contante a 5mila euro.
“Mi assumo la responsabilità di un errore della Ragioneria”, ha detto il ministro Giorgetti. Il testo sarà quindi corretto con la soppressione solo del comma 2.
E’ saltata quindi la misura sul Pos che prevedeva un utilizzo obbligatorio per gli esercenti al di sopra dei 60, ritornato a 30.
Su questa misura “spero che ci sia un’ulteriore riflessione”, spera Giorgetti che prosegue spiegando che il governo è disponibile a nuove interlocuzioni con la Commissione europea.
Insomma, per l’Europa la pacchia non è assolutamente finita e, in alcuni casi, possiamo dire fortunatamente. Con un evasione di Iva che si aggira intorno ai 26 miliardi annui, quasi un quarto dell’evasione europea, è normale che le regole in Italia debbano essere più stringenti; nonostante le strizzate d’occhio all’elettorato più evasore.
Nei giorni scorsi, infatti, la Commissione europea aveva formulato pesanti rilievi a riguardo, così come la Corte dei conti e l’ufficio parlamentare di Bilancio, facendo notare che la norma rischiava di essere in contrasto con gli obiettivi del Pnrr.
La norma sarebbe stata cancellata per privilegiare un credito d’imposta sulle commissioni che l’esercente paga sulle transazioni elettroniche.
L’altra rettifica riguarda i poveri e “sul Reddito di cittadinanza le mensilità sono state ridotte da 8 a 7″ annuncia poi il ministro. “Ci sono delle misure di carattere sociale che riteniamo importanti e significative”, dice il titolare del Med, aggiungendo che “passa da 20 a 25mila il tetto del reddito per il taglio del cuneo, di un ulteriore punto percentuale”.
C’è poi l’innalzamento a 600 euro delle pensioni minime per tutti quelli che hanno 75 anni.
“Si è aumentato da 6 a 8mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a favore di datori di lavoro che assumono dal primo gennaio al 31 dicembre 2023 con contratto a tempo determinato i beneficiari del Reddito di cittadinanza” illustra il ministro della Lega.
Ma con un inflazione del 12,6% e un aumento delle spese dovute al rincaro delle materie prime, se un imprenditore non voleva assumere l’anno scorso, con questo scenario e nonostante i vari bonus, non sarà di certo intenzionato ad assumere quest’anno.
Questo sistema al posto di dare la possibilità all’azienda meno abbiente di assumere e crescere, anche utilizzando lo stesso reddito di cittadinanza, agevola solo l’imprenditore schiavista che è costretto ad assumere forza lavoro, con contratto a tempo determinato utilizzando i dipendenti solo per un lasso di tempo, stimolando poco o per niente le assunzioni nei confronti di coloro che percepivano una misura contro la povertà.
“Non è un maxi-emendamento del governo ma diversi testi emendativi. La presidenza della Camera ci ha chiesto di spacchettare rispetto ad un maxi-emendamento e quindi abbiamo dovuto fare un lavoro molto complicato, che ha riguardato le coperture” spiega il responsabile dell’Economia per giustificare il ritardo del governo nella presentazione della terza tranche di emendamenti.
“È stata ripristinata la vecchia norma del 2012 che permette per i contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso” preannuncia Giorgetti. “Il mio problema sono le coperture. In questi giorni ho visto tanti provvedimenti che mi sarebbe piaciuto adottare ma non avevo le coperture necessarie” confida il ministro dell’Economia, che tiene a puntualizzare che “nel maxi-emendamento non c’è nessuna forma di condono fiscale”.
“Abbiamo previsto la revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per gli anni 2023 e 2024, è stata elevata la percentuale della fascia di pensioni da 4 a 5 volte la minima e ridotte conseguentemente quelle a salire per quanto riguarda i redditi” prosegue il titolare dell’Economia.
“Abbiamo previsto l’aumento all’80% dell’indennità del congedo parentale ricondotta ai genitori in via alternativa” dice ancora Giorgetti, spiegando che è stata rilevata un’incongruenza sul fatto che non potesse essere prevista questa indennità anche ai padri. “Abbiamo poi incrementato la maggiorazione della misura dell’assegno unico universale riconosciuto a nuclei con 4 o più figli” ha aggiunto il ministro. “È stata introdotta anche la misura per escludere borse di studio destinate a studenti universitari con disabilità dal computo reddituale, estendendo i beneficiari”.
Infine, “per il caro energia, diversi emendamenti sollecitavano quella che era ritenuta e che anche noi abbiamo ritenuto un’ingiustizia, il trattamento di sfavore per il teleriscaldamento, per cui è prevista la riduzione dell’aliquota Iva al 5% per il primo trimestre 2023”.
Ed è proprio per queste “ingiustizie” che il governo ha deciso di abbonare 8,4 miliardi di euro sugli extra profitti registrati dalle multinazionali dell’energia e del gas; coinvolte per altro nell’inchiesta portata avanti dall’antitrust per rincari ingiustificati.
Insomma, alla fine della fiera, la manovra del governo dei superficiali agevola i pochi a discapito dei molti, si attiene ai conti e non ha coraggio di scommettere sul popolo italiano e, infine, riporta il Paese indietro nel tempo rendendo sempre meno trasparente e sempre più corrotto un sistema che non ha certamente bisogno di incentivi in quel campo, poiché in Europa noi italiani facciamo scuola.