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Fico in esplorazione: M5s, Pd e Leu vogliono Conte, ma il giocattolo si è rotto

by Romano Franco

Dopo la prima giornata di consultazioni, il presidente della Camera Roberto Fico, incaricato dal Capo dello Stato, è andato in esplorazione per verificare una possibile maggioranza per il tanto ambito Conte Ter. Il compito di Fico è quello di verificare se ci sia una possibile riconciliazione tra l’ex maggioranza, dopo ‘il divorzio’ di Italia Viva. M5s, Pd e Leu sono favorevoli al ritorno del figliol prodigo, Renzi, ma a patto che alla guida dell’esecutivo ci sia ancora una volta Giuseppe Conte.

M5s

Il leader politico dei grillini, Vito Crimi, non ha dubbi: “Abbiamo affrontato tutte le questioni che riguardano la formazione del governo. Innanzitutto abbiamo posto l’esigenza che si lavori a un cronoprogramma dettagliato in temi e tempi, che dia comunicazione certa del lavoro che il governo dovrà fare, e che dovrà essere solennemente sottoscritto da tutte le forze che parteciperanno al governo”.

“Abbiamo ribadito che la scelta di Conte come guida del governo è indiscutibile e frutto sintesi e di equilibrio tra le forze di maggioranza. E su quella che ancora si può costruire un grande lavoro”. “Chiediamo di accantonare temi che dividono, come il Mes, e prendere atto dell’indiscutibilità di un tema che non ha maggioranza, come per esempio il Mes. Questi temi vanno tolti dall’agenda, ci si concentri su questioni che hanno un sentire comune, utili e necessarie per i cittadini. Siamo pronti ad affrontare questa sfida con tutte le forze che hanno composto la maggioranza questo anno e mezzo per dare al Paese un governo nel più breve tempo possibile, che è quello di cui abbiamo bisogno”.

“Vorremmo partire dall’agenda 2021-2023 – aggiunge Crimi – ovvero quella bozza di lavoro in stato avanzato frutto del tavolo di lavoro avviato il 5 novembre, ad esempio le proposte economiche e sociali per il periodo post pandemico, che sono in uno stato avanzato, declinandone la direzione ed è su quello che si potrà costruire il cronoprogramma di governo tenendo conto che ha 24 mesi di prospettiva, cioè la fine della legislatura”.

PD

Anche Nicola Zingaretti, segretario del Pd, è dello stesso avviso: “Il Pd è impegnato con grande determinazione alla scrittura di un programma di fine legislatura sostenendo Conte nel mandato, partendo dalle forze che hanno votato l’ultima fiducia per un lavoro collegiale. Chiediamo a tutte le forze politiche di stare in questo confronto con volontà e spirito costruttivo, indispensabili per ottenere i risultati. Questo obiettivo di costruire un programma di legislatura deve essere in assoluta sintonia con la voglia degli italiani di guardare al futuro con fiducia. Quello che dobbiamo far prevalere è il bene comune del Paese e, in questo momento, ciò coincide con la necessità di avere un governo e un programma di fine legislatura. Abbiamo la necessità di fare in fretta e dare certezza e sicurezza al Paese. Pensiamo che sia possibile farlo, ci sono le condizioni per farlo e il Pd farà di tutto per raggiungere questo obiettivo. Noi vediamo l’occasione del patto di legislatura come un’occasione non per tornare all’Italia pre-pandemia ma per ricostruire questo Paese. Noi faremo di tutto per essere leali e coerenti con questo obiettivo, ci permettiamo di fare un appello affinché tutti lo siano perché a questo punto non si può davvero sbagliare”.

“Chiusura e attuazione dello Sure e del Recovery Plan; la riforma fiscale all’insegna della selettività e della semplificazione; la riforma della giustizia che coniughi garanzie costituzionali e tempi del processo; pacchetto di riforme istituzionali di stampo proporzionale su cui già c’era stata ampia convergenza; le necessarie riforme legate alle politiche attive del lavoro; le riforme sociali, ricostruzione di un modello sanitario, alla scuola, la ricerca e l’università; e infine il tema del commercio del turismo e del terziario, settori duramente colpiti dalla pandemia”.

Italia Viva

Anche Renzi si mostra propenso ad un ritorno di fiamma: “L’Incarico esplorativo affidato al presidente Fico permette alla maggioranza uscente un confronto sui contenuti. Non è una discussione tra singole forze, ma sul futuro del paese su come spendere i 209 miliardi del Recovery Fund e come affrontare la prima emergenza, la vaccinazione. Non è un crisi che nasce dalle antipatie, ma dalle risposte ai cittadini. Siamo disposti a fare la nostra parte su un documento scritto. Non servono riunioni notturne fino all’alba o emendamenti di notte, ma un metodo condiviso e un documento scritto. La Costituzione parla di disciplina e onore, oggi è comparsa un’altra parola, la lealtà: per noi la lealtà è dire nelle riunioni private quello che si dice in pubblico. Noi lo siamo, noi da mesi chiediamo di parlare di contenuti. Siamo pronti a lavorare con disciplina, onore e lealtà. Preferiamo un governo politico rispetto ad uno istituzionale. Vogliamo un governo politico, ma non a tutti i costi. Il mes vuol dire 36 miliardi, noi siamo convinti che questi soldi servano, se il M5s è contrario cercheremo di capire le ragioni e di affrontare tutti i punti in discussione, non solo mes, se siamo disponibili a trovare soluzioni sul mes lo siano anche gli altri. Per noi è importante non spendere male i soldi del Recovery Fund e siamo disponibili a fare tutti gli sforzi per arrivare a un punto di caduta nell’interesse degli Italiani e non dei partiti che hanno visto emergere i contrasti”.

I soldi del Recovery “richiedono una chiarezza di intenti sulle riforme necessarie. Non è un problema di quale ministero dare a Iv, quello che è fondamentale oggi è come spendere questi soldi: nei posti di lavoro, non in sussidi. Nella ricerca, non nel day by day. Faccio l’esempio del cashback. Per noi serve molto più un investimento sulla digitalizzazione vera. Questo è pensare alla prossima generazione. Sono ripetitivo, ho sempre detto che i nomi arrivano dopo. Il dibattito è sui contenuti ed è il metodo che giustamente sta portando avanti il presidente Fico. Non abbiamo discusso di nomi, sono importanti ma arrivano alla fine”.

LEU

Federico Fornaro di Leu ribadisce la linea di Pd e M5s e così dice: “Abbiamo ribadito pieno e leale sostegno per una ripartenza con un governo presieduto da Giuseppe Conte, non abbiamo posto veti sui nomi ma chiediamo che anche gli altri lo facciano. Siamo disponibili a dare il nostro contributo leale, costruttivo e di idee perché questo governo sappia vincere le tre sfide che abbiamo di fronte: rivoluzione digitale, rivoluzione ambientale e una maggiore giustizia sociale perché la crisi ci ha restituito un livello di disuguaglianze inaccettabile. Su questi temi siamo disponibili al confronto con tutti nel quadro di una coalizione in cui ognuno faccia la propria parte con responsabilità e rispetto. La crisi sanitaria è senza precedenti. La crisi economica è difficile. Dobbiamo rafforzare con investimenti e maggiori risorse il servizio sanitario nazionale. Dobbiamo investire sulla medicina territoriale. C’è poi la questione fondamentale della dignità del lavoro. Si arrivi a una legge sulla rappresentanza, che cancelli l’attuale giungla contrattuale. E si lavori a una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali per dare una risposta sia al lavoro dipendente sia a quello autonomo”.

Il giocattolo si è rotto

Il tempo scorre e, dopo aver creato la crisi, Matteo Renzi si dice pronto a prendere di nuovo in mano il giocattolo, è questa la sua politica atta allo ‘sfascismo’. Non vuole parlare di nomi e chiede di contenuti, ma dalla sua voce arrivano solo progetti astratti e aspre polemiche nei confronti dell’ex governo, che ha sostenuto sino a ‘ieri’.

Parla dei soldi del Mes senza progetti alla mano, parla del Recovery Fund mettendo sul tavolo le critiche al progetto senza dire in cosa lo migliorerebbe. Parla dei No-Vax e dei banchi a rotelle per denigrare i suoi ex (probabilmente futuri) alleati grillini e non vi è il minimo accenno ad una riconciliazione.

Ma Renzi è fatto così, critica e rompe, e non importa aver mandato a quel ‘Paese’ l’intera Nazione per rivendicare qualche capriccio o per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. In pochi hanno capito realmente le sue vere intenzioni.

Non si critica il fatto di essere usciti dal governo sbattendo la porta; quando non ci sono progetti o visioni comuni è giusto fare così, ma, farlo in maniera così superficiale per ritornare subito dopo a trattare con gli stessi è quantomeno delirante. Non comprendo la visione della maggioranza, disposta a tutto pur di riformare l’esecutivo. Il teatrino è disarmante e stimola rabbia e non accettazione nei cittadini, poiché, pur di ritornare a governare, si è disposti a scendere a patti con il ‘nemico’ che, senza remore e senza pensarci, ti ha fatto cadere in maniera clamorosa.

Non si può assistere a scene del genere. Questa non è politica, è una tragedia. Basta guardare al passato, il governo di unità nazionale, in alternativa alle elezioni, sembra l’unica alternativa plausibile in questo momento. Bisogna andare Avanti!

 

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