Lo scontro si fa sempre più acceso tra Andrea Orlando, ministro del Lavoro, e Carlo Bonomi, presidente della Confindustria, dopo che lo stesso Bonomi ha accusato il ministro di voler frenare le imprese che prendono milioni di euro di contributi dallo Stato e che poi delocalizzano le attività industriali all’estero, dove il costo del lavoro è più basso e le tasse vengono erogate in casse straniere.
Una specie di gioco delle “tre carte” a cui gli industriali non intendono rinunciare. A far barricata alle aziende si sono riuniti Pd e 5 stelle che hanno dichiarato apertamente “guerra” a Confindustria.
Ma in un’intervista all’Huffingon Post, Bonomi ha anche negato che esista la possibilità di licenziare via Whatsapp, mail o sms, come è successo nelle scorse settimane e citando espressamente Orlando e la Todde ha “dedotto” che stanno facendo “propaganda anti-impresa”.
Ma dopo l’intervista spara-fango, arriva immediata la risposta del Pd. “Il presidente di Confindustria, invece di rivolgere attacchi sguaiati al ministro Andrea Orlando dovrebbe preoccuparsi di chiedere alle imprese di rispettare l’accordo sui licenziamenti sottoscritto con i sindacati davanti al presidente Draghi e già tradito in diversi casi”, ha scritto su Facebook il vicesegretario dem Peppe Provenzano.
“In due anni i governi Conte-bis e Draghi hanno stanziato per le imprese 115 miliardi tra aiuti diretti, sgravi fiscali e misure di settore”, ha aggiunto Antonio Misiani.