Dopo la bagarre tra sindacati e politica, ecco che, “armato di estintore”, interviene il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Tutto nasce da quel blocco dei licenziamenti che non sarà prorogato fino al 28 agosto – ma resterà in vigore fino al 30 giugno.
In molti vedono la vicenda come una vittoria di Confindustria, nonostante la maggioranza di Draghi sia rappresentata dai cosiddetti “Paladini dei lavoratori”, quali: Letta, Salvini e gli stessi Di Maio e Crimi e le loro cinquestelle.
Dopo i vani tentativi del premier di portare la quiete nel turbinio incessante tra Cgil e Confindustria; adesso, ci prova il ministro del Lavoro che, in un’intervista al Corriere della Sera, dice: “La dinamica che può guidare un Paese in pandemia non è la stessa di un Paese che ne esce. O le forze di maggioranza ripongono le bandiere, oppure mettono a rischio la tenuta del quadro politico – sottolinea – E ciò riguarda prevalentemente la Lega, che è quella che agita più bandiere. La norma è stata elaborata in poche ore in modo da dare più strumenti alle imprese per attenuare l’impatto della fine del blocco dei licenziamenti”, prosegue Orlando. “La sostanza è rimasta, con gli incentivi alle imprese a usare la cassa integrazione fino a fine anno senza dovervi contribuire. In cambio si impegnano a non licenziare. L’altra norma, su chi chiede cassa Covid a giugno, era un corollario conseguente”.
“Mica l’ho scritta all’ultimo nei corridoi di Palazzo Chigi. Quella norma è stata inviata per posta elettronica certificata agli uffici legislativi competenti due giorni prima – dice ancora Orlando – In Consiglio ho solo rinviato al testo, come si fa in questi casi. E poi ne ho parlato apertamente in conferenza stampa, a fianco di Mario Draghi. Secondo lei lo avrei fatto, se ci fosse stato un sotterfugio? Finché la pandemia era in fase acuta, tutti o quasi convergevamo sull’esigenza della vaccinazione. Ora si vede che esistono ancora una destra e una sinistra. Tenere insieme questi fattori dipenderà dalla capacità di tutti di non agitare bandiere e non perdere il treno del Recovery. Ma non è un percorso che si fa naturalmente, senza la politica”, conclude Orlando.
Magari, non sarà la miglior soluzione quella presa dal governo, e non si è mai espressa una vera e propria simpatia per questo esecutivo targato Draghi, ma, di sicuro, la vittoria mutilata che viene avvertita da entrambi i sindacati, Cgil e Confindustria, la dice lunga sulla presa di posizione dell’esecutivo avvenuta in questo frangente. Si tratta di una mossa coraggiosa, nonostante sia stimolato dalla solita politica superficiale.
Infatti, dopo uno scarica barile generale, il messaggio che ci perviene da gran parte dei politici è di un’amministrazione irresponsabile. Il fatto di far vedere la vaccinazione come un proprio successo, il fatto di vedere la riapertura come una loro conquista e il fatto di non volersi assumere determinate responsabilità, sottolinea, ancora una volta, la poca idoneità nel prendere parte alla Cosa Pubblica da parte di molti inquilini dei Palazzi, Montecitorio e Madama.
Sono comportamenti indecenti e indecorosi, oltre che controproduttivi. Ogni politica usata per denigrare proposte o per ignorare problemi si deve condannare, con ogni mezzo. C’è solo una cosa peggiore delle proposte sbagliate, le non proposte.
Questa politica ignava e pavida, troppo insicura per prendere decisioni secche, ci condanna ad un oblio fatto di perdizione e di cacce alle streghe atte a creare barricate idealiste fatte per distoglierci dai problemi reali. In un paese che si vuole tirare su da una pandemia e da una crisi economica e sociale senza precedenti, non è proprio l’ideale.
Servono riforme coraggiose che tengano conto di tutti i problemi sociali, delle iniquità e delle ingiustizie, scaturiti dalla pandemia. Bisogna smettere di perpetuare le paure per portare avanti proposte opportunistiche, da una parte e dall’altra, le paure vanno smorzate e non alimentate. Chi le alimenta non può in alcun modo definirsi paladino del popolo o protettore dell’Italia. Un paese che naviga nel caos e nell’anarchia diventa sempre più terra di nessuno. Si chiede, per il bene di tutti, una politica onesta e trasparente, che si assuma le proprie responsabilità. C’è voglia di cambiamento!