Home Attualità Addio a Letizia Battaglia, fotoreporter celebre in tutto il mondo

Addio a Letizia Battaglia, fotoreporter celebre in tutto il mondo

by Rosario Sorace

Letizia Battaglia è morta ad 87 anni ed era malata da tempo. E’ stata un’artista siciliana che ha saputo immortalare le vicende drammatiche e la realtà sociale della Sicilia con le sue foto che hanno fatto il giro del mondo.

Ha iniziato nel 1969 con la sua collaborazione all’Ora di Palermo, unica donna in una redazione composta da soli uomini.

Dal 1970 in poi si trasferisce a Milano dove inizia a collaborare con diverse testate, mentre, nel 1974, ritorna a Palermo fondando insieme a Franco Zecchin, l’agenzia “Informazione fotografica”, di cui fecero parte anche personalità importanti quali Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.

Iniziò quindi un’intensa attività di reporter documentando con straordinaria efficacia gli anni in cui esplosero le guerre di mafia, realizzando scatti che informavano l’opinione pubblica che cominciò, anche grazie a lei, a prendere consapevolezza e coscienza su una realtà tragica.

Descrisse l’ascesa dei corleonesi “i viddani” alla conquista di Palermo e i suoi scatti all’Hotel Zagarella ritrassero gli esattori i cugini Salvo con Giulio Andreotti.

Tali foto vennero acquisiti agli atti del processo di Palermo in cui fu coinvolto l’ex presidente del Consiglio.

Celebre la foto che realizzò il 6 gennaio del 1980 quando venne ucciso Pier Santi Mattarella e in cui si vede il fratello Sergio che tiene in braccio il Presidente della Regione ormai quasi morente.

Letizia Battaglia si dedicò all’attività di fotoreporter con grande dedizione e impegno osservando i quartieri palermitani destinati all’emarginazione sociale e all’abbandono dei pubblici poteri.

In tal modo ottenne una fama internazionale e le sue foto in bianco e nero ritrassero la splendida Palermo con le sue miserie.

Si soffermò con grande sensibilità sugli sguardi dei bambini e sui volti delle donne fotografando i quartieri, le strade, le feste, la vita quotidiana e le mille facce del potere di una città piena di contrasti e ferite insanabili.

Non si limitò ad essere una fotografa di grande talento ma proiettò il suo impegno nella vita sociale dove svolse con passione un’indomabile lotta per affermare gli ideali di libertà e giustizia.

Già nel 1979 divenne cofondatrice del Centro di Documentazione “Giuseppe Impastato” ed è stata consigliera comunale con i Verdi nonché assessore comunale a Palermo con la giunta Orlando.

Lavorò persino come consulente esterna per il carcere. Mentre 1991 venne eletta deputata all’Assemblea Regionale Sicilia nelle file del Movimento ‘La Rete’ ricoprendo la carica di vice presidente della Commissione Cultura.

Ricevette anche importanti premi internazionali. Nel 1985 fu la prima donna europea insignita a New York del Premio Eugene Smith, celebre fotografo di Life, che ottenne insieme ex aequo con l’americana Donna Ferrato.

Nel 1999 ebbe un altro Premio il Mother Johnson Achievement for Life. Ha esposto oltre che in Italia, in tutto il mondo dai Paesi dell’Est Europa, al Centre Pompidou in Francia, poi Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera Canada.

Sdegnata e sconcertata dalla strage di Via Capaci il 23 Maggio 1992 si allontanò dalla fotografia e dal 2000 sino al 2003 diresse la rivista bimestrale “Mezzocielo” che venne realizzata da donne.

La fotoreporter si trasferì a Parigi nel 2003 delusa e amareggiata dal riflusso che contraddistinse il clima sociale della sua città, anche se dopo soli due anni tornò a Palermo.

Nel 2005 ha partecipato al film-documentario ‘In un altro Paese’ del regista Marco Turco, in cui si racconta anche la sua esperienza come fotografa nella Palermo insanguinata dagli omicidi di mafia.

Recentemente nel 2011 è tornata ad esporre le sue opere in città mentre prima nel 2008 appare in un film Wim Wenders “Palermo Shooting”.

L’anno seguente, a Milano, in occasione del Festival Sguardi altrove realizzò il film-documentario per la Tv svizzera di Daniela Zanzotto Battaglia ‘Una donna contro la mafia’, dedicato alla sua vita.

Nel 2017 ha inaugurato a Palermo all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia da lei diretto, metà museo, metà scuola di fotografia e galleria.

Nel 2019 inaugura a Venezia presso la Casa dei Tre Oci una grande mostra monografica retrospettiva di tutta la sua carriera.

Sempre in quest’anno il regista inglese Kim Longinotto realizza il documentario Shooting the mafia, che racconta la vita e la carriera di Letizia Battaglia.

Chi l’ha incrociata nella vita la ricorda sempre con una vecchia semiautomatica giapponese al collo, bloccata con il nastro adesivo.

Seppe far diventare questa sua grande passione un lavoro per raccontare l’angoscia, il dolore, la bruttezza della realtà e fu capace di mettere dentro la sua voglia di vivere anche la bellezza a cui aspirava.

Nel suo impegno politico ebbe il pregio della concretezza e fattività. Basti pensare che quando venne eletta assessore al Comune di Palermo aveva formato una squadra di operai che guidava personalmente.

Ogni mattina c’era un appuntamento poco dopo l’alba, prima il caffè e la colazione che lei offriva sempre con la sua grande dote di generosità, per poi iniziare il lavoro che seguiva costantemente per sistemare aiuole, spazi comuni, villette, nella sua irrefrenabile volontà di cambiare il volto di una città che appariva feroce e violenta. E’ morta una grande donna che andava controvento.

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