Di Gaia Marino
L’Iran ha incolpato Israele per l’attacco di droni subito ai danni di una fabbrica militare vicino alla città centrale di Isfahan, ha detto giovedì l’agenzia di stampa semi-ufficiale ISNA. Il governo iraniano ha giurato vendetta per quello che sembrava essere l’ultimo episodio di una lunga guerra segreta.
L’attacco è avvenuto tra le tensioni tra l’Iran e l’Occidente sull’attività nucleare di Teheran e la sua fornitura di armi – compresi i “droni suicidi” a lungo raggio – per la guerra in Ucraina, nonché mesi di manifestazioni antigovernative in patria.
In una lettera al capo delle Nazioni Unite, l’inviato iraniano delle Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, ha affermato che “le indagini primarie suggerivano che Israele fosse responsabile” dell’attacco di sabato notte, che secondo Teheran non ha causato vittime o gravi danni.
“L’Iran si riserva il diritto legittimo e intrinseco di difendere la propria sicurezza nazionale e rispondere con fermezza a qualsiasi minaccia o atto illecito del regime sionista (Israele) ovunque e ogni volta che lo ritenga necessario”, ha affermato Iravani nella lettera.
“Questa azione intrapresa dal regime sionista (Israele) va contro il diritto internazionale”.
L’arcinemico Israele ha da tempo affermato di essere disposto a colpire obiettivi iraniani se la diplomazia non riesce a frenare i programmi nucleari o missilistici di Teheran, ma non commenta incidenti specifici.
I colloqui tra l’Iran e le potenze mondiali per rilanciare un accordo nucleare del 2015 sono in stallo da settembre. In base al patto, abbandonato da Washington nel 2018 sotto l’allora presidente Donald Trump, Teheran ha accettato di limitare il lavoro nucleare in cambio dell’allentamento delle sanzioni.
L’Iran ha accusato Israele in passato di pianificare attacchi utilizzando agenti all’interno del territorio iraniano.
A luglio, Teheran ha dichiarato di aver arrestato una squadra di sabotaggio di militanti curdi che lavoravano per Israele che progettava di far saltare in aria un centro industriale della difesa “sensibile” a Isfahan.
“L’equipaggiamento e gli esplosivi usati nell’attacco di Isfahan sono stati trasferiti in Iran con l’aiuto di gruppi antirivoluzionari con sede nella regione del Kurdistan iracheno su ordine di un servizio di sicurezza straniero”, ha detto mercoledì l’Iran Nournews.
Diversi siti nucleari si trovano nella provincia di Isfahan, tra cui Natanz, il fulcro del programma iraniano di arricchimento dell’uranio, che l’Iran accusa Israele di aver sabotato nel 2021. Negli ultimi anni si sono verificate numerose esplosioni e incendi intorno ai siti militari, nucleari e industriali iraniani.
L’attacco purtroppo è arrivato nel momento in cui le tensioni interne, a causa della rivoluzione del velo, avevano già preso piede in Iran.
Infatti, questo nuovo attentato rappresenta una mannaia per le forti proteste, poiché la teoria dei detrattori e degli attacchi esterni potranno riprendere il sopravvento grazie alle bugie e alla paura rinnovata.
Khomeyni sicuramente non ringrazierà pubblicamente ma ha ricevuto un grande favore da chiunque abbia attaccato l’Iran. Ai posteri l’ardua sentenza.