Dopo aver azzerato lo sconto sulle accise il governo, tramite il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, fa sapere che “il prezzo dei carburanti sopra i 2 euro oggi è solo speculazione”.
Che si tratti della solita pantomima per addossare la colpa ai distributori di benzina solo il tempo e le soluzioni intraprese dal governo ce lo potranno dire, ma, nel frattempo, per contrastare il caro carburanti la destra promette solamente nella solita maniera astratta e speculativa di consensi; come aveva promesso in passato di eliminare del tutto le accise.
“In fase di approvazione della Legge di Bilancio – dice il ministro Fratin – abbiamo fatto un esame delle priorità e in questo ragionamento abbiamo deciso di intervenire stanziando 21 miliardi di euro contro il caro bollette”.
I 21 miliardi tanto esaltati dal governo Meloni equivalgono ad un terzo rispetto a quelli stanziati dal governo Draghi e ad un 20esimo se paragonati ai mezzi utilizzati da Scholz in Germania.
Certo l’Italia non dispone della stessa stabilità economica della Germania, direbbero in molti, ma mettere a confronto le misure messe in atto dai dei due paesi farebbe presupporre che l’economia tedesca valesse 20 volte di più rispetto a quella italiana, ma così non è fortunatamente.
Tuttavia la vera qualità del governo è trovare sempre il capro espiatorio e, se il Reddito di Cittadinanza è stato abolito per non permettere ai fannulloni di stare a casa con i soldi dei contribuenti, non sarà tanto difficile dare la colpa degli aumenti ai “brutti e cattivi” distributori di benzina.
“Con i livelli attuali di prezzo del gas e del petrolio, un eventuale sforamento dei 2 euro sarebbe solo speculazione”, dice chi ha azzerato lo sconto sulle accise.
Ma non vi preoccupate cari cittadini italiani, il governo sta rispolverando la sua bacchetta magica e usando un po’ di sano populismo promette, al solito, ma senza specifiche: “Se il prezzo dei carburanti dovesse tornare a crescere in modo stabile e significativo, il governo è pronto a intervenire”, evidenzia il ministro.
“Tra tre, quattro mesi quel che dovesse essere necessario fare, sarà fatto. Così come è stato fatto in questa manovra – aggiunge il ministro, intervistato da la Stampa – la volontà politica del governo e la capacità finanziaria dell’Italia nell’aiutare imprese e famiglie non è affatto di breve periodo”.
Il calo del prezzo del gas – rileva Pichetto ricordando quanto detto dal presidente dell’Arera Stefano Besseghini – “genererà i propri effetti sulle bollette già a fine gennaio”.
Sul capitolo rigassificatori: “I tempi per Piombino e Ravenna saranno rispettati – aggiunge il ministro – anche perché forniranno ognuno 5 miliardi di metri cubi di gas che sono essenziali per garantire la sicurezza energetica dell’Italia nei prossimi anni”.
Ma gli impegni elettorali lasciano il tempo che trovano e nel frattempo, nonostante la promessa di intervenire da parte del governo, i cittadini si ritrovano a pagare più di 2 euro al litro per il carburante delle loro vetture; anche acquistando da distributori tipo Eni, partecipata di Stato, che in tempi di crisi dovrebbe essere convenzionata per i cittadini italiani.
Ma l’immobilità e la superficialità, come la presunzione, sono le uniche armi messe in campo da questo governo, fino ad ora, e non vi preoccupate, cari italiani, vedrete che questo esecutivo troverà un modo.
Magari noi non lo sappiamo, ma può anche essere che il governo Meloni sia già a lavoro per inventare nuove vetture che si muovano con ottimismo e false promesse. Almeno si spera, altrimenti in molti rimarranno col culo per terra.